Terza e ultima serata, mercoledì sera in cattedrale alle ore 21, degli Esercizi spirituali al popolo, predicati dal vescovo Daniele, sul tema: “Guarire per la parola di Gesù”. Al proposito è stato proclamato il brano del Vangelo di Giovanni che racconta la vicenda del paralitico risanato alla piscina di Betzatà.
LA MEDITAZIONE DEL VESCOVO
Nel suo commento mons. Gianotti si è chiesto innanzitutto se la domanda di Gesù al paralitico “Vuoi guarire?“ non sia una sorta di presa in giro.
L’uomo della piscina Betzatà era ammalato da 38 anni, da tutta la vita praticamente. Ma si può trovare un altro significato al numero 38. Nella Bibbia viene ricordato da Mosè quando si riferisce all’esodo. Dopo i primi due anni di partenza dall’Egitto, quando la nostalgia del popolo di ritornare in Egitto era forte, ne trascorsero appunto altri 38 di peregrinazione nel deserto.
Quello ebraico è un popolo che non crede al futuro proposto da Dio e preferisce tornare alla schiavitù. Perché la libertà del futuro che Dio propone è impegnativa: bisogna giocare tutto se stesso.
Allora la domanda Gesù al paralitico significa: “Vuoi entrare nel futuro di Dio?” Domanda che Dio pone anche a noi.
E la risposta del paralitico è: “Non ho nessuno che mi immerga nella piscina.”
Nel mondo milioni di persone non hanno nessuno che le aiuta, vivono la solitudine e situazioni drammatiche. E mons. Gianotti elenca Stati e regioni dove le persone vengono prese in ostaggio, vengono colpite, soffrono. Sperimentiamo l’incapacità di liberare tanti popoli o di pensare qualche cosa di nuovo, sperando nel cambiamento del mondo.
“Vuoi guarire?” chiede Gesù al paralitico. E poi gli dice: “Alzati”. 38 anni di paralisi, risolti in un istante! E il vescovo Daniele fa l’esempio di Charles di Foucauld che, dopo una vita da ateo, incontra un prete, si mette in ginocchio, si confessa e ritrova il Cristianesimo. E cercherà il deserto per vivere una vita da eremita.
Anche noi veniamo liberati dalla paralisi spirituale, ma può accadere di non credere a sufficienza nel dono di Dio!
LA TESTIMONIANZA
Dopo la riflessione del Vescovo, la testimonianza per l’ultima serata di preghiera è stata quella del nostro padre Alfredo Cremonesi, nel 70° anniversario del suo martirio. Per la sua beatificazione 2.000 cremaschi andranno presto a ringraziare papa Francesco.
Mons. Gianotti lo ha accostato al paralitico risanato, in quanto fu la guarigione da una malattia a spingerlo alla scelta della missione. Guarigione che attribuì a santa Teresina del Bambino Gesù. Al proposito è stata letta una sua testimonianza.
Di seguito è stato letto un commento al Vangelo del paralitico del card. Carlo Maria Martini, prima di chiudere la liturgia con la benedizione.
L’iniziativa degli Esercizi al popolo ha riscosso un buon successo. Un bel numero di fedeli è sempre stato presente in cattedrale, mentre i collegamenti a Radio Antenna5 (collegata in streaming) sono sempre stati attorno ai 200.