Stefania Bonaldi candidata al Senato. “Il dovere di andare oltre me stessa”

“Poco fa ho accettato la candidatura del Partito Democratico nel collegio del Senato che, a meno di colpi di scena nelle prossime ore (le liste non sono ancora definitive, ndr) sarà al terzo posto del listino proporzionale. Ho accettato nonostante i limiti di una legge elettorale poco rispettosa degli elettori e superficiale e nonostante una composizione delle liste che, in troppi casi, ha mostrato la sfacciata prepotenza dei baronati e l’arroganza delle correnti, episodi di familismo persino offensivi, alcune pluricandidature studiate per alimentare favoritismi, una diffusa mortificazione del principio di territorialità”. Così Stefania Bonaldi sul suo profilo Facebook un’ora fa.

Contributo utile

“Nemmeno tutto questo però può farci cedere alla tentazione di sbattere la porta, perché il Pd, soprattutto in questo momento, appartiene a chiunque nel Paese percepisca il pericolo che stiamo correndo. Ecco perché chiedermi se sono contentata del posto ‘quasi senza speranza’ probabilmente riservatomi nel listino del mio collegio naturale, quello all’interno del quale sono vissuta e ho servito la comunità, non è una buona domanda”, aggiunge l’ex sindaco di Crema. “Il punto non è se sono soddisfatta, ma se il mio contributo può essere utile, considerata la posta in gioco, che non è la sopravvivenza del Pd, ma del nostro intero sistema di valori. Chi fa finta che tale prospettiva non sia all’ordine del giorno deve considerarsi complice di questo rischio”.

“Voglio fare la mia parte”

Bonaldi nel post parla di “un Paese che rischia di sbandare definitivamente”. Per questo, “dopo alcune ore di riflessione e appurato che le probabilità che io venga eletta sono meno che modeste, mi è parso chiaro che il mio compito è comunque quello di fare la mia parte, accantonando ogni accenno di orgoglio. Ciò che importa, e moltissimo, è salvare ciò che abbiamo ricevuto dai nostri predecessori”.
Il secondo motivo che ha spinto Bonaldi ad accettare la candidatura è “la diffusa frustrazione del principio di territorialità. Per questo, quale che sia l’esito delle elezioni, vista l’estraneità geografica degli altri candidati del Pd al Senato, a eccezione dell’economista Carlo Cottarelli, che, da cremonese, correrà anche nel collegio uninominale della nostra Provincia e il cui profilo è senza dubbio di caratura nazionale, mi intesterò la tutela di esigenze e diritti della nostra comunità. Gli eletti, attraverso la sottoscritta, dovranno dare conto ai nostri concittadini, perché a nessuno, neppure al mio partito, può essere permesso di usare le comunità locali soltanto come giacimenti di voti”.

Servire il territorio

“Questo è il mio impegno consueto, amare e servire il territorio e chi lo abita con determinazione, tenacia e competenza, ieri e per dieci anni da sindaca di Crema, oggi attraverso questa sfida necessaria, che mi chiede di dimenticare l’esito della mia corsa personale per concentrarmi sulla salvaguardia di tutto ciò che caratterizza il meraviglioso universo rappresentato dal nostro vasto collegio elettorale, cui l’intero Paese deve tanta parte della sua prosperità e del suo prestigio”.
Infine, il grazie al segretario provinciale del Pd, Vittore Soldo, “che si è speso in modo genuino e appassionato per una rappresentanza adeguata e rispettosa del nostro territorio”, così come tutta la comunità democratica cremasca, casalasca e cremonese, “dalla quale ho ricevuto numerosissimi segnali di incoraggiamento nelle scorse settimane e nelle ultime ore”. Ora la campagna elettorale entra nel vivo.