Una città di sera, vie deserte. È buio, l’unica luce è quella che si intravede da alcune finestre. Con questa immagine si apre Attraverso i muri – Storie al tempo della pandemia, il docufilm di Andrea Broglia e Daniele Ferrero, prodotto da Archivio Italiano della Memoria e Punto Doc, in collaborazione con il Dipartimento di Storia (Master di Comunicazione storica) dell’Università di Bologna. Dopo la messa in onda sui canali Mediaset lo scorso 18 marzo, Giornata nazionale in memoria delle vittime Covid, una proiezione speciale del docufilm si è svolta giovedì sera al Multisala Porta Nova. A promuoverla il Comune di Crema e l’Asst Crema.
Immagini evocative
Le immagini con cui si apre la pellicola sono evocative, rimandano a quel buio in cui ci siamo trovati avvolti per mesi. Quella lieve luce che abbiamo percepito in fondo al tunnel quando i nuovi casi giornalieri e le ospedalizzazioni sono diminuite progressivamente, quando sono stati prodotti i primi vaccini antiCovid.
Attraverso i muri non ricostruisce cronologicamente lo scoppio della pandemia e la sua evoluzione. Il documentario restituisce attraverso 190 storie i pensieri e le sensazioni di chi è stato in prima linea: medici, infermieri, infermiere, operatori sanitari, onoranze funebre, i pazienti Covid e i parenti delle vittime Covid. Dalle parole di tutti loro, ma anche dai volti emerge la sofferenza e la paura affrontate soprattutto nelle primissime ondate. Una paura che non passerà velocemente.
Quattro capitoli
Era il 21 febbraio 2020 quando la Lombardia in particolare, ma ben presto tutta l’Italia, veniva travolta dallo tsunami Covid. “Nei giorni precedenti ci sono stati pochi ingressi al Pronto Soccorso, poi è stato preso d’assalto” ricorda Cinzia Capelli, bed manager presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I colleghi di altri nosocomi di tutto il Paese indicano cento e più ingressi al giorno. Il film si snoda in quattro capitoli, intervallati da una performance. Quindi Dispnea (quella che abbiamo conosciuto come la fame dell’aria dei pazienti Covid), Fino all’ultima cura, La guerra continua e Apnea.
Ricordo e dolore
Un racconto corale emotivo, commemorativo. Da una parte i pazienti, chi è stato contagiato ed è riuscito a vincere la battaglia. “Se fossi morto, me ne sarei accorto?”, si chiedono alcuni di loro. Altri raccontano che alla comparsa dei primi sintomi hanno iniziato a scrivere una lettera ai propri cari. Dall’altra parte i racconti degli operatori sanitari. Loro che hanno visto cadere pazienti e colleghi, hanno lavorato in condizioni difficili (carenze di forze fisiche e di strumenti per prendersi cura delle persone), sono stati costretti a compiere scelte difficili.
Le voci cremasche
Tra le storie anche testimonianze cremasche: il dottor Claudio Ceravolo, in pensione da sei anni resosi volontario per tornare in servizio all’Ospedale di Crema e aiutare i suoi colleghi; Clara Valsecchi, infermiera al “Maggiore”, che racconta la paura di essere contagiata e la difficoltà di non abbracciare e baciare il suo bimbo di due anni, per tutelarlo. Immagini e racconti che fanno comprendere come in loro, in tanti, la ferita provocata dal Covid sia ancora aperta.
Una grande storia, la pandemia, che dovrebbe far riflettere l’uomo sulle sue fragilità.