Ho fatto cristiano il Papa. Don Enrico Pozzoli, il missionario salesiano che ha battezzato papa Francesco è il nuovo volume di Ferruccio Pallavera, già direttore de Il Cittadino di Lodi. L’autore sarà ospite, questa sera alle ore 21 presso il Centro San Luigi di via Bottesini, per presentare questa pubblicazione che narra la storia avvincente del missionario lodigiano che ha battessato il Pontefice, come ha rivelato lo stesso Santo Padre.
L’iniziativa è a cura della Commissione per le Comunicazioni sociali diocesana, Il Nuovo Torrazzo e Radio Antenna5.
Durante la serata sarà possibile acquistare il libro, pubblicato da Libreria Editrice Vaticana. Ingresso gratuito, obbligo Green pass.
Don Enrico Pozzoli, il missionario lodigiano che battezzò il Papa
Era nativo di Senna Lodigiana (1880) e partì missionario per l’Argentina dove rimase 58 anni, fino alla morte avvenuta nel 1961. Uno dei 2.750 missionari lodigiani, uomini e donne, che hanno speso la propria vita in terre lontane.
Papa Francesco stesso, dopo la sua elezione al soglio pontificio il 13 marzo 2013, rivelò che don Enrico era il sacerdote che l’aveva battezzato e l’aveva accompagnato nell’educazione cristiana e nella maturazione della sua vocazione sacerdotale. Nel 2013 Il Cittadino di Lodi diede la notizia che fece ovviamente scalpore, non solo nel lodigiano. Ed ecco ora il libro che racconta tutta la vicenda, dalla storia della famiglia Pozzoli alla vicenda di Enrico Pozzoli, la sua vocazione, l’ingresso nella grande famiglia Salesiana e l’ordinazione sacerdotale, la sua esperienza missionaria e l’incontro del padre del futuro papa, Mario José Bergoglio, a Buenos Aires.
Pallavera narra brevemente anche della vita di Jorge, e della vicinanza spirituale di don Enrico a lui e alla sua famiglia, la sua vocazione, l’ingresso nella Congregazione dei Gesuiti, la sua ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969. Infine gli ultimi anni di don Enrico, le sue visite in Italia e la sua morte nel 1961. Nel volume, ovviamente, si parla anche della riconoscenza di papa Francesco nei confronti del missionario lodigiano che ha ricordato e ricorda spesso nei suoi discorsi.
