Giornata di assemblea nazionale, stamane, per “Ali Autonomie”, a Bologna con oltre 300 sindaci e amministratori locali. Tra i presenti nelle vesti di relatrice la nostra sindaca Stefania Bonaldi. “Ho avuto il privilegio di intervenire all’avvio dell’assemblea sul tema della responsabilità dei sindaci. Non dobbiamo separare la responsabilità dalla funzione, ma accoppiarle in modo ragionevole. Nessuno chiede l’immunità dei sindaci per i reati, ci mancherebbe, né l’impunità né si invoca uno scudo penale. Dove i sindaci sbagliano devono pagare! Pensiamo a quegli intollerabili comportamenti ai danni della cosa pubblica per i quali servono anzi pene severe, penso a peculato, malversazione, concussione, così come all’utilizzo della propria carica per dispensare favori agli amici o ai parenti o per praticare la raccomandazione che resta un crimine sociale”, spiega.
Il punto, però, è un altro e non si possono più chiudere gli occhi. “Serve estendere le tutele giuridiche dei sindaci (ricordo che anche le assicurazioni ce le paghiamo di tasca nostra altrimenti è danno erariale!), serve circoscriverne le responsabilità in coerenza con le norme che distinguono atti di indirizzo e atti di gestione, perché la legge non può gettare nella costernazione amministratori che non possiedono il dono della multi-ubicazione e serve, infine, una visione equilibrata dei fatti e del giudizio, con interpretazioni di alto profilo”. Questo e altro ha sostenuto Bonaldi nell’importante contesto con tanti sindaci e sindache da tutta Italia.
La velocità è democratica
“La velocità è democratica” recita lo slogan dei sindaci di ALI, in vista delle risorse del Pnnr, che atterreranno sui territori nei prossimi anni e che dovrebbero indurre le forze riformiste a cambiare mentalità. “Il nostro presidente Matteo Ricci lo ha detto chiaramente e con vigore: ‘Il problema non sono le risorse, ma i tempi di spesa e realizzazione delle opere. I finanziamenti europei prevedono l’obbligo di concludere tutto entro il 2026 e con l’attuale normativa non è possibile. Sono stati fatti dei passi in avanti con il Decreto Semplificazione, ma la strumentazione resta del tutto insufficiente’”.
Lo ha ribadito anche Antonio Decaro: “Il 60% per cento dei fondi del Recovery arriveranno sui territori attraverso le autonomie e siamo preoccupati: un’opera da cento milioni richiede in media quindici anni di lavori. Il rischio di un flop non è peregrino”.
Insomma, commenta il sindaco di Crema, “dobbiamo liberarci dall’idea che semplificare in amministrazione significhi favorire l’illegalità, perché non è vero, semmai è il contrario: la criminalità cerca di aggirare una procedura farraginosa. Chi soccombe sono le persone oneste: professionisti, famiglie, imprenditori, sindaci. Abbiamo appena approvato un documento che dice esattamente questo: la velocità è democratica. Oggi la velocità crea opportunità e crea lavoro”.
Fra le proposte, far diventare il silenzio assenso un elemento centrale delle procedure, sfoltire i pareri, ridurre e velocizzare le conferenze dei servizi, togliere poteri alle sovrintendenze, introdurre l’autocertificazione e i controlli successivi, mentre ora precedono l’autorizzazione. “E accanto a questo, le riforme per ridare serenità al lavoro dei sindaci, abbinando con ragionevolezza funzioni e responsabilità”. Prossimo appuntamento dei sindaci il 7 luglio a Roma con Anci.