“In merito al dibattito intorno a Finalpia e alla sua alienazione, ci sentiamo di ribadire quanto già in precedenza espresso: la vendita di un immobile così importante per Crema, sia in termini economici (stimati in dieci milioni di euro) che affettivi e storici, deve avvenire alla luce di un preciso obiettivo. Vendere senza sapere esattamente ciò che si intende realizzare appare un azzardo che rischia di depauperare notevolmente il patrimonio cittadino”. Così commenta gli ultimi sviluppi della vicenda Emanuele Coti Zelati (La Sinistra).
“In questo senso, nell’ipotesi di una vendita dell’immobile, l’amministrazione avrebbe la possibilità di disporre del propellente necessario per attivare, nel settore della cura e dell’assistenza un vero e proprio investimento in termini di innovazione sociale. Questo processo, certamente complesso, deve essere condotto e governato con attenzione e metodo. Riteniamo innanzitutto che sia opportuno raccogliere i dati e le esigenze espresse dal territorio e dagli stakeholder in maniera più completa e con una metodologia più appropriata di quanto finora fatto e, da questi dati, farsi guidare nel prendere ogni decisione”, precisa il consigliere. “Alla luce di ciò appare prematura la posizione dell’amministrazione che, se da un lato sostiene di avere linee ancora molto generiche, dall’altra si spinge ad identificare gli Stalloni come un “luogo ideale”: difficile comprendere come possa esserlo se ancora non si è deciso precisamente quale servizio implementare.
Pensiamo che in questa fase sia prioritario decidere cosa fare e solo poi, eventualmente, dove farlo (proprio in dipendenza dalla natura del servizio da creare). Non potrebbe infatti, per esempio, essere opportuno mettere sul piatto, tra le possibili risorse, anche la Pierina? Rispetto agli Stalloni, per esempio, è una proprietà che già appartiene al Comune di Crema con tutti i vantaggi che questo comporta”.
La stessa collaborazione con Fondazione Benefattori deve certamente essere valutata con attenzione, “ma questa direzione di lavoro non deve limitare l’orizzonte di progettazione dei nuovi servizi che, per essere innovativi (e non una riproposizione di modelli superati, anche alla luce dell’esperienza Covid) abbisognano di orizzonti ampi di progettazione. Come dimenticare inoltre lo scontro tra Fbc e Fondazione Finalpia durante la prima call degli stakeholder?”, il commento finale dell’esponente de La Sinistra.