Sorpresa e stupore al santuario della Madonna dei Prati di Moscazzano. Nel contesto del restauro conservativo in corso, curato dallo Studio degli architetti Mario Scaramuzza e Vania Zucchetti di Crema e che riguarda abside e presbiterio, la rimozione di diversi strati di intonaco ha permesso di riportare alla luce interessanti affreschi – ricchi e davvero ben curati – che, da una prima valutazione, sembrano spaziare fra il ’400 e il ’500. “Dipinti che non si possono ignorare – commentano i progettisti e gli esperti coinvolti – ma che, purtroppo, sono stati nascosti nel tempo da interventi approssimativi che hanno impoverito la bellezza di questa chiesa. L’obiettivo, con successivi step progettuali, sarà quello di rendere il tutto omogeneo, facendo vedere la storia del santuario che presenta stili di epoche differenti”. Si tratterà, in definitiva, di continuare un lavoro particolare e delicato inserito nel piano generale programmato dalla Parrocchia di Moscazzano per la conservazione del santuario, tanto caro alla comunità locale e a tutto il territorio.
La sinergia d’intenti spicca dal fatto che il progetto, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, è stato presentato dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo con il patrocinio del Comune di Moscazzano.
Dopo la sistemazione della parte esterna del santuario – dal sagrato al preciso e mirato intervento che ha finalmente posto fine all’umidità di contorno – le opere di questi giorni – per un ammontare complessivo di 102.630 euro – sono state finanziate per 51.317 euro a fondo perduto da Regione Lombardia, attraverso il bando legato alla Presentazione di progetti di valorizzazione di beni culturali appartenenti a Enti e Istituzioni ecclesiastiche.
La parte attualmente interessata è quella dell’abside e del presbiterio nel loro insieme e dell’intera zoccolatura dell’aula. Durante i lavori sono riemerse opere d’arte che potrebbero risalire al XV secolo (ci sono, infatti, incorniciature tipiche di tale epoca). “Tutto – spiegano gli architetti Scaramuzza e Zucchetti – viene pulito chirurgicamente: si notano più materiali, mattoni diversi, anche dipinti mozzati dalla realizzazione delle aperture laterali. Le opere pittoriche e gli affreschi che stiamo via via ritrovando sono interessanti, legati all’antica devozione popolare, realizzati con cura dei particolari. Ci sono stili differenti che, nell’omogeneità che andremo a ricercare, contribuiscono a documentare la inaspettata storia del santuario”.
Il lavoro degli architetti Mario Scaramuzza e Vania Zucchetti, progettisti e direttori dei lavori, è stato autorizzato dalla Soprintendenza dapprima attraverso l’architetto Isabella Comin e poi seguito dal funzionario di zona incaricato architetto Alessandra Chiapparini, dal dottor Simone Sestito per la parte archeologica, dai dottori Filippo Piazza e Aria Amato per gli affreschi emersi e i dipinti. Alla Madonna dei Prati sono poi coinvolti lo Studio di restauro Paolo Mariani per la fase di ricerca e diagnostica preventiva; la ditta di restauro Silvia Baldis di Bergamo, che sta realizzando tutto il restauro pittorico, litico e ligneo; il laboratorio Tocchi di colore per il restauro delle vetrate; il dottor Alberto Crosato, archeologo; il dottor Mario Lunghi, geologo; l’ingegnere Salvatore Palumbo per la consulenza finanziaria, il geometra Maurizio Losi per la sicurezza del cantiere e, infine, l’impresa edile Nuova Gelso di Ivano Brambini di Moscazzano.
Gratitudine e soddisfazione per il lavoro fin qui svolto sono manifestati dal parroco don Osvaldo Erosi e dal sindaco Gianluca Savoldi, che si fanno interpreti dei sentimenti dell’intera comunità.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUOVO TORRAZZO DI SABATO 27 FEBBRAIO