Un calo di bar/ristoranti, un aumento del negozio di vicinato alimentare, una sostanziale tenuta delle attività, ma con un netto spostamento verso attività di commercio elettronico. I numeri delle attività commerciali cittadine del 2020 riflettono sia le tendenze generali del commercio che l’effetto molto specifico della pandemia. Si nota infatti come le chiusure e restrizioni hanno influito sull’evoluzione del settore: al 31 dicembre 2020 a Crema si contano 95 negozi di vicinato alimentare (un tipo di commercio considerato di necessità e mai chiuso da alcun dpcm), erano 91 nel 2019, e le attività di commercio elettronico sono passate da 61 a 72 (ed erano 42 nel 2018).
Le attività di vicinato non alimentari sono diminuite di sei unità rispetto al 2019, passando da 437 a 431, corrispondente all’1,37%. Stabili i negozi di vicinato misti, le medie strutture di vendita, crescono anche in questo caso le strutture medie (cioè da 250 a 2.500 metri quadrati) alimentari, a dimostrazione di come inevitabilmente il mercato premia chi ha potuto godere di maggiore continuità anche durante questa emergenza sanitaria.
“I numeri sono sempre interessanti, ma in questo caso sono frutto di un contesto davvero unico – afferma l’assessore al Commercio, Matteo Gramignoli. In realtà il 2020 non andrebbe paragonato a nulla rispetto al passato, ci sono troppi eventi inediti, tuttavia i dati possono essere letti come stimolo per riaffermare l’impegno dell’amministrazione in una visione coerente, di sistema, del commercio”. “Penso – ha aggiunto – al nuovo ‘Distretto Urbano del Commercio’. L’ambito delle attività è stato peraltro anche oggetto di un accordo unanime delle parti politiche che ha prodotto il bando per le microimprese, che aiuterà molti titolari con un contributo per sostenere la perdita di fatturato. Le sfide sono tutte davanti a noi e la città di Crema ha senza dubbio la capacità di vincerle”.