“In questi giorni stiamo assistendo a un balletto di dichiarazioni, almeno quotidiane, da parte di molti esponenti politici, delle altre minoranze di centrodestra, ma non solo, sul possibile futuro di Finalpia. È curioso come queste uscite giungano solo ora, quando la richiesta di un dibattito sul futuro dell’hotel di lusso a centinaia di chilometri di distanza da Crema venne richiesta dal presidente della Fondazione almeno un anno e mezzo fa”. Inizia così l’ultimo contributo sul tema, stavolta a firma Cinque Stelle. Che rivendicano di essere stati i primi, già allora, a “esprimere una linea chiara, netta, inequivocabile sul futuro dell’immobile: alienarlo per reinvestire, seriamente, quanto ricavato, direttamente sul territorio”. Che è anche la linea espressa dal sindaco Stefania Bonaldi.
“Dopo un anno e mezzo vediamo svegliarsi dal letargo esponenti di centrodestra, ex parlamentari, nascita di comitati, più o meno spontanei, ma a cui capo ci sono gli stessi politici ‘di professione’, che fanno dichiarazioni, prima da Consiglieri comunali e poi da proponenti del Comitato, quasi a poter quindi avere doppio spazio mediatico”, commentano Manuel Draghetti e soci. Quest’ultimo riferimento, chiaro, è a Simone Beretta (FI), che a gennaio, appunto, presenterà il Comitato “espressione della società civile”, ha chiarito. Ma torniamo a noi e ai grillini.
“Il loro mantra – scrivono nella nota stampa diffusa oggi – è sempre lo stesso: valorizzare e non alienare l’albergo di lusso a Finalpia, con eventuali accorpamenti delle fondazioni (quella di Finalpia e Fbc). Come se l’accorpamento di due fondazioni, per quanto non da scartare a priori, potesse anche solo minimamente risolvere il problema. Mantenere l’immobile per farci cosa? Con quale finalità sociale per i cremaschi? Questi politici nostrani hanno visitato recentemente la struttura? Hanno preso coscienza delle difficoltà insite nella sua posizione, nella sua lussuosità (non è più la vecchia colonia), della sua totale inadeguatezza nel poter erogare servizi sociali per cittadini residenti a centinaia di chilometri di distanza?”. Queste le domande.
Alienare per il M5S “è l’unica parola utilizzabile da chiunque abbia a cuore i cremaschi e i loro beni. Gestioni fallimentari del passato possono essere la soluzione? Quali investimenti sociali sul territorio sono stati fatti negli ultimi anni con i proventi dell’affitto della gestione? Solo e unicamente spese! Occorre vendere l’immobile al prezzo maggiore possibile a chi può avere totale libertà d’azione nel gestire un hotel di lusso come quello che sorge ora sulla via Aurelia di Finalpia”, concludono i pentastellati. Alternative credibili, dunque, non ce ne sarebbero. “Il vero dibattito dovrebbe essere su come reinvestire sul territorio i proventi derivanti dall’alienazione. Su questo e sui prossimi passi per la vendita si è già perso troppo tempo”.
Giovedì in Consiglio comunale, al punto 2 del’odg, c’è il “parere in merito alla modifica dello Statuto della Fondazione Opera Pia“. Vedremo, se previsto, come si svilupperà il dibattito.