Tradizionalmente i mesi di novembre e, soprattutto, dicembre, pulsavano di eventi. Ora, a fronte delle doverose scelte per arginare la minaccia pandemica, sono stati ‘sospesi’, ‘rimandati’, ‘annullati’. Il Centro Ricerca Alfredo Galmozzi avrebbe dovuto svolgere l’evento di fine anno dal vivo ma, impossibilitato, non rinuncia comunque a rilasciare a sostenitori e sostenitrici la consueta strenna.
Ed ecco l’idea: una confezione in busta colorata che contiene il volume Crema Moderna di Arata e Adenti sulla architettura razionalista a Crema e nel Cremasco tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento; la busta contiene anche il modulo per il Tesseramento 2021 al Centro (la cosiddetta quota sociale che costituisce per ogni associazione il segno della partecipazione e il sostegno dei soci alle proprie attività) e un coupon per il libro sul Montessori di Crema che verrà pubblicato nella prossima primavera.
La confezione sarà distribuita nelle librerie e nelle edicole di Crema e del Cremasco a partire dalla prima settimana di dicembre. Il giorno 13 del mese (Santa Lucia!), alle ore 18, sulla pagina Facebook del Centro Galmozzi sarà presentato un breve evento online relativo ai suddetti contenuti.
CREMA MODERNA
Il libro è stato pubblicato dal Centro Alfredo Galmozzi, con il patrocinio della Fondazione Francesco Arata; gli autori Elga Arata e Vittorio Adenti nell’aggettivo “moderna” hanno fatto esplicito riferimento a quel movimento culturale che, soprattutto dopo la Prima Guerra Mondiale, volle introdurre un po’ in tutta Europa forti elementi di novità, specialmente in architettura e nel design. Il sottotitolo chiarisce ulteriormente e delimita l’ambito del lavoro: Architettura tra ‘Razionalismo e ‘Novecento’ a Crema e nel Cremasco. 1920-1940. Si tratta infatti di una analitica ricerca, che riguarda Crema e il Cremasco (un Cremasco ‘esteso’, che comprende, ad esempio, anche Castelleone e Soncino), delle principali opere architettoniche realizzate nel Ventennio. Gli autori giustamente sottolineano che l’architettura nel periodo fascista non è un tutto omogeneo e non è solo “di regime”.
“Arata e Adenti analizzano le realizzazioni nel Cremasco, in quel determinato periodo, soprattutto per quanto attiene l’urbanistica e le opere pubbliche. E ne individuano le caratteristiche di fondo. Si tratta di una architettura che segue i canoni dell’essenzialità, dell’ordine, della proporzione; di una architettura che rifugge dal decorativismo e usa, anche per necessità, materiali poveri. Un’architettura non autonoma, funzionale cioè ai principi del Regime; funzionale, ad esempio, ai principi della ruralità e dell’educazione delle masse, soprattutto dei giovani (educazione che doveva essere globale, ‘totalitaria’, tesa a forgiare ‘l’uomo nuovo’ dell’era fascista)”. Queste le parole di Gian Carlo Corada che sul canale YouTube del Centro Galmozzi presenta le caratteristiche del libro.