Il Coronavirus e la morte dei “camici”

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Di seguito pubblichiamo una poesia che Sabrina Natalina Guercilena ha scritto e inviato alla nostra redazione. “Camici bianchi – spiega l’autrice – è per ricordare tutti quei medici, infermieri, operatori, sacerdoti, volontari che hanno indossato i camici per curare gli altri, alcuni morendo, altri contraendo la malattia, ma riuscendo a sconfiggerla. Un omaggio, un messaggio di amore, ringraziamento”.

Vedo tanti camici salire in cielo
Alcuni sono verdi, altri azzurri o bianchi
come lenzuola immacolate stese al sole!
Questi camici salgono al cielo, su ali d’angelo!
Di chi sono? Di eroi o supereroi? forse!
O più semplicemente sono di uomini e donne di buona volontà
che hanno fatto il loro dovere con professionalità.
Hanno aiutato, assistito e vegliato fino all’ultimo i malati
mettendoci veramente il cuore!
Hanno lavorato in situazioni disperate,ma sempre con cura e dedizione
e molto spesso (anzi troppo spesso) senza alcuna protezione (DPI).

Molti di loro si sono ammalati gravemente e la morte se li è presi malauguratamente
Alcuni di loro hanno avuto una miglior sorte, sono guariti, fortunatamente!
I camici che salgono al cielo sono di quelli che se ne sono andati
facendo il loro dovere, che per loro era anche un piacere.
Sì un piacere, perché l’avevano scelto, una scelta di vita
che sicuramente hanno onorato per tutta la loro vita.
Questi camici, ora, saranno portati da altri uomini e donne con amore
in ricordo di chi, li ha portati, prima di loro con onore.

Questi camici avranno dunque un’altra Vita! Anzi infinite vite!
Ma ora voglio mandare, a tutti “questi camici” cha salgono in cielo
(cioè a tutti gli uomini e donne di buona volontà,morti) il mio  ringraziamento!
Dedicherò a ciascuno di voi una preghiera e un pensiero di sincero affetto
Possiate voi riposare in pace e vi prego ,continuate (anche dal cielo dove ora dimorate)
A vegliare su tutti noi, come avete fatto, nella (e per tutta la vostra) vita.

Grazie!

Sabrina N. Guercilena