Vescovo Daniele – Oggi, in Cattedrale, celebrata la santa Messa per il mondo della scuola

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Con una santa Messa in Cattedrale, oggi pomeriggio il mondo della scuola è stato affidato alla protezione divina. Alla celebrazione, presieduta dal vescovo di Crema e animata da un gruppo di studenti e studentesse dell’istituto superiore cittadino Galileo Galilei, erano presenti i dirigenti scolastici del Cremasco e alcuni docenti. Quasi assenti, purtroppo, gli alunni (tranne per i membri del coro e alcuni seduti tra i fedeli). Tutte le scuole erano rappresentate: dalla paritaria alla pubblica.
Una tradizione la Messa di apertura del nuovo anno scolastico. Questa volta, a causa delle norme in vigore per contrastare la diffusione del virus, era a numero limitato. 150 i posti disponibili. Nei giorni scorsi, infatti, i partecipanti hanno dovuto comunicare la propria adesione.

Nella sua omelia monsignor Daniele Gianotti ha ricordato il messaggio che solamente un mese fa ha inviato alle scuole del territorio per augurare una “rinnovata esperienza di incontro”. Una cultura, così da lui stesso definita, che ha sottolineato essere necessaria per la vita di ciascun individuo e che ora si contrappone a quanto ogni giorno ci viene richiesto (distanziamento fisico) per cercare di contrastare la diffusione del virus. “Vorrei essere chiaro – ha precisato il Vescovo –. Sono convinto dell’utilità, e anzi della necessità, di quelle misure precauzionali che ci aiutano a salvaguardarci. Credo però che è necessario fare attenzione ad altre forme o comportamenti distanzianti che, invece, credo siano deleteri”.
Così facendo riferimento al brano di Vangelo letto poco prima da don Alessandro Vanelli, ha voluto mettere in guardia di quanto possa far male sul piano educato la tendenza di focalizzarsi su un singolo comportamento perché su questo magari si creano situazioni di esclusione e di distanziamento. Mons. Gianotti ha proseguito affermando l’importanza della chiarezza dei differenti ruoli nel contesto scolastico: “Sono convinto che questo (una certa formalità nell’interagire, ndr) può creare una vera comunità educativa, dove la distinzione dei ruoli e delle posizioni rende effettivamente possibile l’incontro”. Il terzo e ultimo comportamento distanziante affrontato è stato il differente atteggiamento che può assumere un insegnante: chi dà semplicemente i compiti, chi invece assegna il lavoro da svolgere ma si fa anche “compagno di strada nell’avventura meravigliosa della conoscenza e della crescita”.

Il Vescovo ha concluso con augurio: “Impariamo da Gesù cosa vuole dire una distanza che è superata nell’incontro e nella comunione; e da lui, unico Maestro, impariamo il senso di una relazione educativa capace di far crescere le persone verso una pienezza di vita”.