Agnadello – Due paulownie in ricordo di undici agnadellesi, vittime di Covid-19

Agnadello
Un momento della celebrazione, svoltasi domenica in ricordo delle vittime Covid

Non si deve dimenticare quanto si sta vivendo a causa dell’emergenza socio-sanitaria. Ciascuno di noi porterà per sempre nel proprio cuore conoscenti che purtroppo hanno contratto il virus, hanno lottato duramente ma alla fine si sono dovuti arrendere. A loro diverse comunità stanno dedicando lapide-monumenti, segni concreti per non dimenticare le vittime della guerra invisibile. Così è accaduto anche ad Agnadello.
AgnadelloL’altro giorno, domenica 4 ottobre, presso la piazzetta dello studente si è svolta l’iniziativa dal titolo Un albero in ricordo delle vittime del Covid-19, momento clou della sagra di paese Gnidel 2020. L’evento è stato promosso e organizzato dalla Pro Loco in sinergia con le altre associazioni agnadellesi (Rete Rosa, Gerundo volley, corpo bandistico, volontari G. Boschiroli, commercianti, Avis, etc.) e l’amministrazione comunale.
Di fronte a un esiguo numero di concittadini Pierina Bolzini, la presidente della Pro Loco Agnadello, affiancata dal sindaco Stefano Samarati e dal parroco don Mario Martinengo, ha ripercorso la straordinarietà del tempo che da febbraio stiamo vivendo (smartworking, piazze deserte, distanziamento sociale, etc). “L’emergenza sanitaria ha messo a nudo le nostre fragilità. Di fronte a un nemico invisibile, ci siamo sentiti tutti indifesi – ha proseguito –. Undici concittadini si sono ammalati e purtroppo il Coronavirus ha tolto a loro il respiro. Oggi siamo qui, proprio per respirare. Poniamo due paulownie, che crescendo diventeranno il bosco del respiro. Lo chiameremo così, considerando la battaglia respiratoria che hanno dovuto affrontare le vittime Covid”.
Una piantumazione all’insegna sì del ricordo, ma anche dell’eco-sostenibilità. Come spiegato da Bolzini, infatti, tale piante sono dotate di foglie enormi in grado di assorbire anidride carbonica dieci volte in più rispetto alle altre specie e di conseguenza sono in grado di produrre maggior ossigeno. Riescono inoltre trattenere le polveri sottoli e le radici depurano il terreno da sostanze ‘tossiche’.

“In accordo con l’amministrazione si è optato per posizionare le due piante nella piazzetta dello studente, di fronte alle scuole, per far sì che le future generazioni possano ricordare sempre quanto successo” ha concluso la presidente della Pro Loco.
La drammaticità del lockdown è rimarcata anche dal discorso del sindaco Stefano Samarati, che inoltre ha ricordato il prezioso aiuto messo in campo da associazioni e volontari per distribuire beni di prima necessità alla comunità. “Questa situazione ci ha permesso di comprendere il significato di ogni gesto, che invece prima davamo per scontato – ha dichiarato commosso –. È emerso lo spirito di comunità che con il tempo un po’ tutti abbiamo perso a causa della vita frenetica”. Questo è quanto di positivo è emerso dalla difficile situazione.

Concluso il momento degli interventi, due rappresentanti di quanti sono guariti dal virus hanno gettato simbolicamente (la piantumazione vera e propria è stata eseguita sabato nel pomeriggio) della terra dove sono state messe a dimora le due paulownie e hanno poi svelato la lapide (la scritta recita: “L’albero del respiro… in ricordo delle vittime del Covid-19. Le associazioni e l’amministrazione comunale di Agnadello. Agnadello, 4 ottobre 2020”) in ricordo di Giuseppe, Marcello, Francesco, Angelo, Danilo, Stefania, Giacomina, Maria, Giovanni, Mario e Angelo.

Prima di impartire la benedizione don Mario ha letto un brano del Vangelo e si è soffermato a riflettere sulla parola ‘libertà‘, precisando: “Se vogliamo vivere per amore, prendiamo le indicazioni delle leggi per scegliere liberamente di amare in quella direzione”. Quindi l’invito di seguire quanto le normi impongono, per contrastare la diffusione del virus, per amore del prossimo (i genitori, i nonni, gli amici etc.).
La cerimonia si è conclusa con la lettura della poesia, scritta da un agnadellese e avente tema quanto vissuto e provato nei mesi più difficili della pandemia.