SCRP – Gli otto sindaci receduti replicano a Casorati

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I sindaci in conferenza nel 2018, all'avvio del "braccio di ferro"

“Abbiamo letto la relazione che Aldo Casorati, presidente dell’Area Omogenea, ha esposto ai soci durante l’assemblea di giovedì 10 settembre in merito al risultato a noi favorevole del lodo Scrp. Non entriamo in merito alle argomentazioni a difesa del suo operato e del Cda di Scrp. Dovremmo infatti ribadire quanto sosteniamo da anni: critiche nei confronti della società mai smentite e che ci riserviamo di riesporre in un confronto pubblico con uno dei nostri rappresentati e lo stesso Casorati. Incontro che abbiamo proposto alcune settimane fa e che il presidente si è detto disponibile ad accettare. Attendiamo di sapere quando e dove.

Ci preme però respingere con forza l’accusa di essere usciti da Scrp per una mera questione economica. Per incassare le nostre quote. Non è così. Lo diciamo forte e chiaro. Il nostro dissenso è frutto di una critica costante e puntuale mossa per anni ed esplicitata senza reticenze durante tutte le assemblee di Scrp alle quali abbiamo partecipato, ma sempre risultata voce nel deserto. Casorati insiste nel sostenere che i nostri Comuni incasserebbero le quote senza aver sborsato nulla. Neppure gli altri hanno messo nulla. Il corrispettivo delle quote non è frutto di una nostra invenzione, ma di una valutazione delle azioni fatta da una società specializzata incaricata dalla stessa Scrp, approvata dall’assemblea dei soci durante la seduta di Bilancio 2017 e non contestata durante l’arbitrato, quindi accettata senza eccezioni dalla controparte.

Vorremmo infine precisare che abbiamo esercitato un diritto previsto dal Codice civile e confermato durante un’assemblea dei soci dell’aprile 2017 dall’allora presidente di Scrp a una precisa domanda di un socio: “Trattandosi di una modifica sostanziale del precedente indirizzo societario – la sua risposta riportata dai media e mai smentita – i soci che lo volessero potranno esercitare il diritto di recesso”. Nonostante questa dichiarazione, l’indicazione del Codice civile e la legittimità del nostro diritto sancito dal risultato del Lodo, l’assembla dei soci (come sottolineato da Casorati) ha voluto andare per vie legali in nome dell’unità del territorio. Ci sia concessa una considerazione amara: non è rivolgendosi agli avvocati che si tiene unito il Cremasco. Non si ottiene l’unità costringendo un socio a restare in una società se non vuole rimanerci. Senza dimenticare che non si costruisce l’unità di un territorio con una società.  Questa è la realtà. Il resto è accademia e soldi spesi per le spese legali”.

  Gli otto sindaci receduti