PIAZZA GARIBALDI – Recuperata la funzione di “luogo della socializzazione”

In tutte le epoche storiche la piazza – nel nostro Belpaese componente essenziale di ogni città – è stata centro di riunione e scambio dei cittadini, a ogni livello. La sua forma, l’ubicazione e l’espressione estetica hanno seguito storicamente lo sviluppo urbanistico delle zone abitate e la crescita dei popoli. Sin dall’antichità essa ha svolto diverse funzioni: politica, commerciale, culturale, religiosa o anche di semplice luogo d’incontro tra le persone. Oggi quasi sempre è spazio di memoria collettiva e, pur nella rapida evoluzione dei tempi moderni, forte testimonianza di un passato più o meno recente.

Piazze, dicevamo, come luoghi di scambio e incontro, che la pandemia per mesi ha bloccato, ma che rimangono alla base della nostra vita. Una funzione, quella della socializzazione, che la nostra piazza Garibaldi – in posizione strategica dal punto di vista urbanistico e viabilistico – ha recuperato appieno grazie all’ultimo, poderoso, intervento di riqualificazione. Certo, oggi vanno considerate le limitazioni imposte dal Covid.

Meno di un anno fa la consegna del cantiere terminato alla città, dopo mesi di lavori – non senza qualche polemica – costati 650.000 euro circa. Se dal punto di vista estetico ognuno è libero di esprimere il proprio parere, certamente tutti saranno d’accordo nel riconoscere la ritrovata funzionalità dello slargo e nell’osservare la “grande libertà” che si respira dopo che la piazza è stata finalmente liberata dalle auto, con ampliamento della zona a traffico limitato. L’intervento, come ha sottolineato più volte l’assessore Fabio Bergamaschi, è stato realizzato secondo criteri storici, materici, di sicurezza e di abbattimento delle barriere architettoniche. 

Ricordiamo che qualcuno, addirittura, avrebbe voluto comprendere il monumento all’eroe dei due mondi nella nuova pavimentazione e nella chiusura alle auto, estendendo il tutto fino a Porta Serio: un “sogno” per alcuni cittadini che abbiamo sentito, inutile e dannoso per altri. Nel caso specifico bisognerebbe certamente approfondire la questione parcheggi per favorire le attività della zona. Ma stiamo assolutamente navigando nel campo delle ipotesi. Torniamo a noi. In questi mesi – lockdown a parte – abbiamo assistito a scene e immagini che non possono che fare la gioia degli amministratori: anziani che chiacchierano nei pressi delle panche all’ombra della chiesa di Sant’Andrea (detta di San Benedetto), intere famiglie a spasso o a pranzo in uno dei bar presenti, bambini che scorrazzano in bicicletta… anche il piasòl da San Benedèt è più bello e godibile. Le foto che proponiamo – scattate in giorni diversi quest’estate – ben lo dimostrano.

Se spesso – strutturalmente – la piazza è il risultato di un complesso intrico di edifici religiosi e privati, monumenti, uffici e negozi, nel caso di piazza Garibaldi siamo di fronte a uno spazio più libero, limitato solo perimetralmente da immobili, che fanno da cornice all’ampia area che la caratterizza.