A 23 mesi dal rapimento di padre Gigi Maccalli in Niger (era il 17 settembre 2018), la comunità diocesana s’è ritrovata, come ogni mese, per pregare e chiedere a Dio la grazia della liberazione del missionario cremasco, invocando per lui anche piena salute e sostegno. Questo mese la marcia-veglia, organizzata dalla Zona pastorale Ovest, s’è svolta da Bolzone a Capergnanica.
Ritrovo davanti alla chiesa bolzonese: presente il vescovo Daniele, insieme a un buon numero di persone provenienti da un po’ tutti i paesi. A guidare il momento don Andrea Rusconi e don Franco Crotti. Dopo l’inizio, il cammino – aperto dalla croce e da due candele – si è snodato lungo la ciclabile che, fiancheggiando la roggia e passando vicino alla chiesetta di Sant’Antonio da Padova, congiunge Bolzone a Capergnanica. Durante la marcia è stato recitato il Rosario meditato (con i Misteri Gaudiosi), leggendo anche alcuni brani di lettere di padre Gigi. A conclusione di questo secondo momento, le Litanie Lauretane.
Al termine del cammino, il momento conclusivo nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo, a Capergnanica, presieduto dal parroco don Andrea Rusconi. Sono state portate all’altare dodici lampade: la più grande (bianca) a rappresentare il primo anno di prigionia di padre Gigi, poi dieci più piccole – sempre bianche – per ricordare altrettanti mesi di prigionia. Infine l’ultima lampada, la dodicesima, rossa, a rappresentare l’ultimo mese di prigionia, il 23°. Dopo il canto, è seguita la testimonianza missionaria di padre Severino Cainelli, argentino, come padre Gigi della Società Missioni Africane: è stato in Angola e ora si trova nella sede di Genova.
Padre Severino ha ringraziato la nostra Diocesi e quanti – “E sono numerosi”, ha detto – pregano per padre Gigi perché, ha sottolineato, “la speranza, alimentata dallo Spirito Santo, è sempre viva”. Padre Severino ha quindi aggiunto che “non è facile pregare per quanti ci fanno del male, ma stasera chiediamo al Signore di convertire i cuori di coloro che tengono prigioniero padre Gigi. Insieme – ha concluso – cresciamo nell’amore universale e preghiamo per tutta la Chiesa, soprattutto per quella perseguitata in diverse parti del mondo”.
Don Rusconi ha quindi letto il brano del Vangelo di Matteo dove Gesù indica nella carità la via per avere un tesoro nei cieli. A seguire, la riflessione del vescovo Daniele che, dopo aver ringraziato quanti hanno organizzato la veglia e quanti hanno partecipato, ha posto l’accento sui tanti “perché” che ci accompagnano pensando al rapimento di padre Gigi, il quale “ha seguito il Signore fino a sperimentare un sequestro che dura ormai quasi due anni”, nel contesto di una zona – quella del Sahel, nel Niger – segnata anche da una grave crisi umanitaria. I nostri, ha detto monsignor Gianotti richiamando l’episodio del ritrovamento di Gesù adolescente nel Tempio da parte di Maria e Giuseppe che lo cercavano preoccupati, sono “perché umani: mi piace pensare che padre Gigi ci risponderebbe che, alla fine, lui sta compiendo fino in fondo l’opera di quel Padre che ha deciso di seguire, accettando nel quotidiano quanto di lieto e di drammatico l’adesione totale a Cristo può comportare”.
Dopo la riflessione del Vescovo, l’esposizione del Santissimo Sacramento, la preghiera per l’Africa composta da padre Gigi e la solenne benedizione finale.
Prima del congedo Enrico Fantoni, direttore del Centro Missionario Diocesano, ha annunciato che la prossima veglia, a due anni esatti dal rapimento di padre Gigi, si terrà in Cattedrale a Crema il prossimo 17 settembre, organizzata in modo corale da tutte le cinque Zone Pastorali della nostra Diocesi.
Con la speranza, sempre viva, che possano arrivare belle notizie e la grazia della libertà.