CARAVAGGIO – Preghiera di affidamento dell’Italia a Maria. Mons. Napolioni: “Perché ci sia lavoro per tutti. Perché il nostro Paese sia unito oggi e nel futuro che Dio gli prepara”

Santuario Caravaggio

In una insolita basilica vuota, al santuario Santa Maria del Fonte a Caravaggio si è da poco conclusa la preghiera di affidamento dell’Italia a Maria. Un momento molto particolare, svoltosi a porte chiuse, così come le norme restrittive in vigore impongono, e trasmesso in streaming dal portale diocesano e quello del Santuario, da Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre), Bgtv (canale 17 del digitale terrestre) e Radio Mater.
A celebrare il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni e da altri due sacerdoti, tra cui il rettore del Santuario, don Amedeo Ferrari. Al loro ingresso si sono diretti davanti allo speco, dove hanno presieduto tutta la preghiera.

“Vi do il benvenuto in questo santuario Santa Maria del Fonte a Caravaggio, nel cuore della Lombardia, in provincia di Bergamo e diocesi di Cremona. Dunque il crocevia delle terre più colpite dall’attuale pandemia –  ha così iniziato il Vescovo – . Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinal Gualtiero Bassetti, ha voluto che qui si realizzasse questa sera, all’inizio del mese di maggio, un atto solenne, semplice e significativo: l’affidamento dell’Italia a Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre della Chiesa. Lo facciamo perché il dolore ceda il posto alla speranza. Perché lei è invocata qui come Madre della Speranza.”
Ha proseguito: “Lo facciamo pregando per i malati, i medici, tutti coloro che stanno operando per alleviare le sofferenze. Lo facciamo in questo giorno dedicato a San Giuseppe Lavoratore pregando per chi teme per il suo lavoro, perché ci sia lavoro per tutti; perché il nostro Paese sia unito oggi e nel futuro che Dio gli prepara. Siamo in comunione con tutte le chiese e ci apriamo ora alla contemplazione di Maria, alla supplica nei suoi confronti, alla meditazione dei misteri del Rosario”.

La preghiera prevedeva tre momenti: l’affidamento, quindi la meditazione dei misteri dolorosi anche attraverso le parole del Papa e, infine, la preghiera composta dal Pontefice per il mese mariano.
A mons. Napolioni l’onore di accendere la lampada, posta proprio davanti alla scena dell’Apparizione custodita nello speco. Luce ossia simbolo di speranza e di fede. A seguire è stata recitata la preghiera di affidamento dell’Italia alla Madre di Dio.

La celebrazione, come da programma, è proseguita con la meditazione di cinque misteri dolorosi, attraverso la lettura di brani del Vangelo e alcuni frammenti dei discorsi di papa Francesco. Nel primo mistero, L’agonia di Gesù nel Getsemani, si è pregato per gli ammalati, per chi soffre di solitudine e per chi si prende cura degli infermi. Nel secondo, La flagellazione di Gesù, una preghiera per i giovani perché “non smettano di avere fiducia”, per i genitori e nonni perché continuino a sostenerli. Nel terzo, L’incoronazione di spine, invece, si è pregato per la terra e per tutti gli uomini affinché si prendano cura di essa e delle creature. Nel quarto, Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce, un pensiero ai governanti, agli operatori della Caritas e a tutti i volontari. Nel quinto, Gesù è crocifisso e muore in croce, infine, una preghiera per il Papa, i vescovi e tutta la Chiesa.

Prima di recitare la preghiera alla Madonna, scritta dal Pontefice, il Vescovo ha dichiarato: “Ci siamo stretti accanto a Gianetta che contempla Maria e abbiamo imparato dai semplici ad affidarci a lei. Abbiamo portato con noi tutta l’Italia, di oggi e di domani. Siamo certi che la nostra preghiera verrà esaurita nella misura in cui persevereremo concordi, unanimi e uniti nella preghiera, nella solidarietà e nell’attenzione per i più deboli”.

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