L’emergenza Coronavirus è arrivata anche all’Anffas di Crema che già settimana scorsa aveva fatto sentire la propria voce. La presidente Daniela Martinenghi equipara le strutture residenziali dedicate ai disabili a “bombe a orologeria pronte a scoppiare”.
I vertici di Anffas chiedono di essere considerati, come strutture, alla stregua di quelle sanitarie, per ricevere di conseguenza adeguati sostegni e aiuto, in primis a livello di fornitura di dispositivi di sicurezza individuali, materiale e personale dedicato. Se del caso anche con l’utilizzo di sedi diverse per “isolare” chi è colpito dal virus e assisterlo al meglio.
Martinenghi e collaboratori non nascondono la propria preoccupazione e chiedono, inoltre, aiuto diretto per le persone con disabilità e le famiglie che in queste settimane di pandemia “sono rimaste sole”. Sarebbe il caso, anche presso l’associazione cremasca, di effettuare tamponi agli utenti e agli operatori, con presa in carico dei disabili oggi rimasti senza genitori, perché ricoverati o in quarantena. Una problematica questa, così come le altre, valida in tutta Italia per le strutture di accoglienza per disabili. Bisogna, infine, assicurare ai genitori, specie se anziani, i necessari supporti a domicilio per gestire i figli contagiati dal virus. Una situazione non semplice.