“Il 7 dicembre di un anno fa nel piazzale antistante la Multisala cittadina abbiamo dato corso a un’iniziativa, che voleva essere sensibilizzante, ma purtroppo a oggi cosa è cambiato? Nulla! Anche alle poche promesse che erano state fatte dalla direzione della Multisala non è stato dato corso. A malincuore dobbiamo riconoscere che ancora troppa indifferenza aleggia intorno alla disabilità e al di là di belle parole e pacche sulle spalle d’incoraggiamento poco o nulla sembra evolvere. Quando si parla di barriere spesso basterebbero sensibilità e buonsenso per venire incontro a esigenze comuni come, in questo caso, andare al cinema!”, affermano i referenti del Comitato Zero Barriere cittadino.
“Ma niente … i posti riservati alle persone in carrozzina continuano a essere in prima fila, da cui si vede il film distorto e con il rischio torcicollo… come se la persona con disabilità non avesse già i suoi malanni e dovesse cercarsene degli altri … La porta d’ingresso continua a essere impossibile da aprire in autonomia per chi sta seduto in carrozzina e il vialetto d’accesso difficoltoso da percorrere. Non abbiamo bisogno di tante e belle parole, ma necessitano fatti concreti per abbattere tutte le barriere, soprattutto quelle mentali/culturali, che imperterrite continuano a imperversare. Purtroppo sopravvive una mentalità distorta e vecchia, che racchiude la persona con disabilità nello stereotipo di colei che vive un ruolo passivo nella società. Che sta in casa ed esce solo per le cure, per la scuola o al massimo per il lavoro. Ma le persone con disabilità affrontano una quotidianità complicata pur di “vivere” emozioni, incontri con gli amici, eventi culturali, shopping … in una parola svago”, proseguono.
“Non dobbiamo permettere che cali il sipario su queste discriminazioni, ma è necessario tener desta l’attenzione perché con l’aiuto di tutti, anche il vostro, un giorno tutto sarà diverso e i diritti saranno rispettati compreso quello allo svago, che è sancito dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità. Noi non intendiamo mollare!”, il pensiero finale di Cristina Piacentini e collaboratori.