EDUCAZIONE SANITARIA – Tentiamo di far finire una brutta storia. “Se non passa” non esiste!

Ospedale
Ho molto pensato sulla opportunità di esplicitare i pensieri che seguono. Sarebbe molto più comodo tacere. Ma i peccati sono “pensieri, parole opere e omissioni” e il silenzio, a volte, è connivenza di cui si porta la responsabilità.
Già ho detto in un precedente articolo che la malattia “se non passa” non esiste. Purtroppo, ancora e frequentemente, in Pronto Soccorso le mamme mi dicono che il medico del bambino ha loro prescritto di iniziare l’antibiotico se non passa la febbre senza rivalutare il caso.
Ripeto e ribadisco: se non passa la febbre il bambino va visitato per chiarire il quadro clinico e qual è la malattia in atto.
Prescrivere una cura senza una diagnosi significa nei fatti mettere a rischio il bambino: non esiste la malattia “se non passa” e non esiste l’antibiotico che cura tutto!
Chi attua il “se non passa dia l’antibiotico” mette a rischio il bambino perché confida soltanto sul fatto che i bimbi sono sufficientemente forti da guarire nonostante il medico. Il “se non passa” è una negligenza medica perché è dare una risposta inadeguata a un problema di salute che si incontra nell’ambito del proprio dovere. Il “se non passa” esprime una totale mancanza di senso dello stato in quanto il medico è lautamente pagato dalla comunità (da tutti noi) per presidiare secondo scienza e coscienza.
Il “se non passa” è malasanità diffusa e strisciante Quindi mamme se vi sentite proporre il “se non passa” sappiate che state subendo una violenza inaccettabile. Avete il dovere di ribellarvi pretendendo la visita di vostro figlio e segnalando all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP) dell’ATS della Val Padana quello che vi è successo.
Cerchiamo di far finire questa brutta storia dal basso.
EMILIO CANIDIO
Direttore dell’Unità Operativa di Pediatria