EDUCAZIONE SANITARIA – La pressione arteriosa

Ospedale
Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa (PA) permette di misurare la pressione per tutte le 24 ore, mentre il paziente svolge le attività abituali nel proprio ambiente di vita. Viene comunemente chiamato anche ‘Holter pressorio’ per analogia con l’Holter ECG che registra l’elettrocardiogramma per 24 ore. Qui lo chiameremo ABPM.
È un esame che devono fare tutti gli ipertesi? No, non è necessario. I casi in cui l’ABPM è indicato sono illustrati dalle linee guida e sono relativi a:
• sospetta ipertensione ‘da camice bianco’, cioè la PA è elevata solo nello studio medico, ma per il resto del tempo è nei limiti di norma; è una condizione importante da riconoscere, per non prescrivere terapie eccessive a soggetti non veramente ipertesi e perché il rischio cardiovascolare dei soggetti con ipertensione ‘da camice bianco’ si colloca a metà strada fra quello dei soggetti sani e quello degli ipertesi;
• sospetta ipertensione mascherata, l’opposto della precedente: la PA dal medico è normale, ma qualcosa ci fa sospettare che in realtà il paziente è iperteso;
• valutazione della variabilità pressoria e del ritmo circadiano, cioè di come e quanto varia la PA nell’arco della giornata: la variabilità eccessiva è patologica; il ritmo circadiano invece è il ritmo con cui la pressione fisiologicamente cambia nella giornata. Di notte, quando si dorme, la PA è fisiologicamente più bassa. Questa caduta della PA durante il sonno notturno, in inglese si chiama dip, caduta, e i soggetti sani sono dipper, cioè presentano questa caduta, mentre spesso gli ipertesi sono non dipper e questo aumenta il loro rischio cardiovascolare;
• valutazione dell’ipertensione resistente, cioè di quell’ipertensione che non risponde alla terapia farmacologica;
• in gravidanza quando si sospetti la pre-eclampsia o vi siano fattori di rischio.
Inoltre l’ABPM è utile nei casi in cui la diagnosi sia dubbia perché si rilevano valori di PA al limite, o nei casi in cui il paziente lamenti sintomi compatibili con crisi ipertensive o ancora sintomi da ipotensione (che può verificarsi nel passaggio sdraiato-in piedi o dopo i pasti o dopo l’assunzione della terapia). Ed è utile per stimare con maggiore precisione il rischio cardiovascolare di soggetti affetti da diabete, sindrome delle apnee notturne, insufficienza renale cronica che spesso hanno PA elevata di notte.
La mattina dell’esame il paziente si presenta all’ambulatorio dove: gli viene misurata la pressione; gli viene posizionato il manicotto (il classico bracciale per misurare la PA) sul braccio non dominante (per non interferire troppo con le attività del paziente) a meno che non si riscontri una differenza di PA significativa fra le due braccia per cui il manicotto si posiziona dal lato con la PA più elevata. Il manicotto viene raccordato al registratore, una ‘macchinetta’ delle dimensioni di una macchina fotografica, che il paziente si porterà appresso allacciandola alla vita o portandola a tracolla come una borsetta. Si consegna poi al paziente un diario su cui indicare gli eventi significativi. A questo punto il paziente va casa e torna, 24 ore dopo, per rimuovere l’apparecchio. La PA verrà rilevata automaticamente secondo intervalli di tempo prestabiliti, normalmente ogni 20 minuti di giorno e ogni 30 minuti di notte.

CRISTINA TANTARDINI
Medico dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi