PREGHIERA A PIACENZA PER PADRE GIGI

Si è pregato a Piacenza per padre Gigi questa sera alle ore 18 presso la bellissima basilica di Sant’Antonino. Come è noto il missionario cremasco, originario di Madignano, è stato rapito nella sua missione di Bomoanga in Niger lo scorso 17 settembre e di lui non si sono avute più notizie.

L’iniziativa piacentina è partita da Mauro Carioni, responsabile della casa famiglia Santa Lucia di Caorso. Mauro è stato collega di padre Gigi nella classe del Ginnasio-Liceo Dante Alighieri degli anni 1975-80: erano in cinque e avrebbe voluto invitarli tutti i suoi quattro amici. Ma uno, purtroppo, è già passato a miglior vita, il secondo mons. Angelo Lameri è stato trattenuto a Roma, era dunque presente solo padre Cesare Geroldi, gesuita oggi in servizio pastorale a Ragusa in Sicilia.

Ha presieduto la Santa Messa padre p. Andrea Mandonico, compaesano e confratello di Gigi nella Società Missioni Africane (SMA) e ora in servizio pastorale a Roma. Presenti anche due loro insegnanti di quegli anni, don Benedetto Tommaseo e don Giorgio Zucchelli e – amico di Carioni – don Ennio Raimondi. Hanno concelebrato anche il parroco della basilica e il vicario generale della diocesi di Piacenza mons. Luigi Chiesa. Presenti infine la sorella di don Gigi, alcuni cremaschi che, lo scorso anno, sono stati un mese nella missione di Bomoanga per collaborare con padre Gigi e un bel numero si fedeli piacentini, operatori delle Missioni, in quanto la Messa è stato celebrata all’interno dell’incontro mensile dell’Ufficio Missionario Diocesano.

Padre Albero nell’omelia ha parlato della vocazione missionaria di padre Gigi nella quale ha avuto un certo ruolo. Ha ricordato che  padre Gigi l’ha sempre seguito nelle varie missioni africane dove è stato mandato. E ha accennato all’ultimo incontro avuto con il confratello prima del rapimento: gli ha raccomandato, quel giorno, di stare molto attento. Padre Gigi non ha voluto dar peso alla cosa… “sono molto conosciuto e stimato, ha detto, non può succedermi nulla.” Ed invece è successo dopo una decina di giorni.

Padre Alberto ha ipotizzato che i rapitori siano del gruppo di Al Qaida: fino ad ora non hanno chiesto nessun riscatto, e si teme che potrebbero usarlo come ostaggio per liberare terroristi catturati nelle zone di guerra. 

“Apettiamolo” dunque, ha detto padre Mandonico. “Aspettiamolo nella preghiera. Sono convinto che Gigi – appassionato com’è – potrebbe anche convertire i suoi rapitori. L’attesa si fa lunga e preoccupante, ma lasciamo che il piano del Signore si realizzi”. Ha quindi esortato a continuare nel sostenere la speranza di vita e nella sua liberazione senza paura. “Speranza di riabbracciare padre Gigi, quella speranza che è la miglior virtù degli Africani.

Speranza nella fraternità perché tutti siamo fratelli e figli di Dio.”