DIOCESI – Piergiorgio Fiori ordinato diacono: “Servo sull’esempio di Cristo”

Il momento dell'imposizione delle mani da parte del vescovo Daniele durante la consacrazione di Piergiorgio

È da poco terminata in una Cattedrale gremita la solenne Messa in cui il vescovo Daniele ha consacrato diacono il seminarista Piergiorgio Fiori. Un momento di grandissima gioia per la Chiesa di Crema, condivisa dai familiari di Piergiorgio – presenti nei primi banchi – dai compagni di Seminario e da un gran numero di sacerdoti che hanno concelebrato, arrivati anche dalle diocesi confinanti (ricordiamo che i seminaristi fanno un percorso comune).

Dopo i riti d’introduzione e la liturgia della Parola, il rettore del Seminario, don Gabriele Frassi, ha presentato al Vescovo il candidato al diaconato, che ha risposto “Eccomi”. È seguita l’omelia di monsignor Gianotti che, commentando il Vangelo della domenica, s’è soffermato sull’esempio di Gesù, “figura e modello di ogni diakonia e che dice di sé stesso: ‘Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire (diakonein) e dare la propria vita in riscatto per molti’ (Mc 10,45)”.

Il primo diacono è Gesù Cristo, ha proseguito nella sua riflessione il vescovo Daniele, e in questa parola si riassume il senso e la portata di tutta la sua missione: Egli è venuto per servire. Da qui l’invito, per Piergiorgio e per ogni cristiano: “Guardare a Gesù non significa solo compiere qualche gesto isolato, un po’ di volontariato, ma ‘servire’ per Gesù vuol dire ‘dare la vita’. Nella diakonia vissuta come dono totale si riassume l’intera missione di Gesù: e così tutta la sua esistenza e l’intero Vangelo che la testimonia e la racconta è il libro-guida del diacono, è il primo grande ‘direttorio’ al quale anche tu, Piergiorgio, dovrai guardare per vivere il ministero che ti viene affidato”.

Anche la Chiesa, comunità dei discepoli, è chiamata a scegliere la strada del Maestro: scegliere l’ultimo posto, scegliere il servizio. Monsignor Gianotti ha quindi aggiunto: “Guardando al diacono per eccellenza, il Signore Gesù, e nel contesto di una Chiesa chiamata a fare del servizio nell’amore la regola della sua vita (e anche, aggiungiamo, la sua ‘sfida’ al mondo del potere e del dominio), questa sera tu, carissimo Piergiorgio, ricevi il diaconato come primo passo del sacramento dell’Ordine Sacro, in vista del ministero presbiterale. Non è un passaggio solo formale: anche ciò che sarai chiamato a vivere come presbitero è radicato anzitutto nella conformazione al Cristo, venuto a servire e a dare la vita. Il diaconato iscrive in te, dunque, qualcosa che non dovrà più venir meno, perché il Cristo Servo, e il Cristo Maestro e Pastore, sono l’unico e medesimo Signore al quale hai scelto di donare la tua vita, in risposta alla sua chiamata”.

Di questa scelta è espressione, questa sera, anche l’impegno del celibato per il Regno dei cieli: impegno, ha rilevato monsignor Gianotti “che non sminuisce la tua umanità, ma la conforma a quella del Signore, casto, povero e umile, per darle tutta la fecondità che da soli non potremmo mai raggiungere; impegno che dice che la tua diakonia sarà, per tutta la tua vita e in qualunque condizione, dedizione senza confini e senza riserve, con, se mai, una sola preferenza: quella per gli ultimi, per i meno amati, per gli esclusi e i dimenticati”.

Il vescovo Daniele ha concluso ricordando che “Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire, che abbiamo ricordato nella liturgia alcuni giorni fa, nelle sue Lettere si rivolge spesso ai diaconi, e si presenta volentieri, lui, vescovo, come syn-diakonos, diacono insieme con loro. Vorrei dunque ringraziarti perché così anch’io, come lui, almeno per qualche mese potrò qualificarmi quale syn-diakonos, diacono insieme con te. Ma vorrei che tutti, nella diversità delle nostre chiamate, ci sentissimo associati a te, partecipi della tua gioia e partecipi del servizio che tutti ci riguarda, alla scuola del nostro Signore e Maestro che, come uno schiavo, ha voluto lavare i piedi ai discepoli (cf. Gv 13, 1 ss.), per ricordare loro che il più grande, davanti a Dio, è colui che serve e dona la sua vita”.

Al termine dell’omelia, il rito di ordinazione è proseguito con gli impegni dell’eletto. Ponendosi davanti al Vescovo, Piergiorgio ha espresso davanti a tutti la volontà di esercitare il ministero secondo l’intenzione di Cristo e della Chiesa e, mediante la libera assunzione del celibato, è consacrato in modo nuovo a Cristo.

Durante il canto delle Litanie dei Santi, Piergiorgio s’è prostrato davanti all’altare. Poi l’imposizione delle mani da parte del Vescovo e la preghiera di ordinazione. Subito dopo don Piergiorgio, nuovo diacono, ha indossato la stola diaconale e la dalmatica (a lui consegnati da don Franco Crotti e don Remo Tedoldi, rispettivamente parroco di Ripalta Cremasca dove il giovane seminarista ha prestato servizio e parroco della Santissima Trinità, sua comunità d’origine). Il Vescovo ha infine consegnato a don Piergiorgio il Libro dei Vangeli e ha scambiato con lui l’abbraccio di pace, tra gli applausi dei fedeli.

La Messa è quindi proseguita come solito, con il nuovo diacono che ha prestato servizio all’altare.