Si è svolta a Cagliari da giovedì 26 a domenica 29 ottobre 2017 la 48a edizione della Settimana Sociale dei Cattolici italiani dal titolo Il lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale”, tradizionale appuntamento quadriennale che raduna il cattolicesimo italiano in una sorta di grande sinodo che sviluppa una tematica di fondo, in questa edizione il grande tema del lavoro appunto.
Alle giornate in terra sarda era presente anche una delegazione del nostra diocesi composta da don Gabriele Frassi, delegato per la pastorale diocesana, nonché rettore del seminario e da Michele Fusari, presidente MCL provinciale.
La settimana sociale, arrivata dopo un attento e meditato percorso preparatorio proposto dal comitato scientifico organizzatore attraverso l’instrumentum laboris che è stato analizzato nei vari territori della nazione nelle scorse settimane, è fin da subito entrata nel vivo snodandosi lungo i 4 registri comunicativi che poi hanno caratterizzato anche le 4 giornate sarde: la denuncia del “cosa non va”, l’ascolto, la raccolta delle buone pratiche lavorative esistenti e la proposta.
Gli oltre mille delegati fra sacerdoti, religiosi e laici presenti ai lavori hanno vissuto giornate molto intense alternando momenti in plenaria nella sala centrale del Centro congressi, a gruppi e tavole rotonde più ristrette che hanno permesso a tutti i presenti di scambiarsi esperienze, idee e ascoltare i diversi contesti.
La Chiesa italiana ha offerto nei suoi interventi (dal video-messaggio iniziale di Papa Francesco alla relazione del presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, fino all’omelia del segretario della Cei Mons. Nunzio Galantino durante la Santa Messa conclusiva al Santuario cagliaritano di nostra Signora di Bonaria) sia l’oggettiva e lucida analisi di cosa non va e quanto va migliorato in riferimento al tema lavoro e alle dinamiche occupazionali, sia la propositiva offerta di speranza e collaborazione verso le istituzioni italiane ed europee preposte ad inicidere per migliorare la situazione.
Offerta tradotta in proposte concrete che il presidente del comitato scientifico delle settimane mons.Filippo Santoro ha presentato sia al primo ministro del governo italiano Paolo Gentiloni che al presidente del parlamento europeo Antonio Tajani entrambi presenti a Cagliari e pronti a raccogliere la sfida come dichiarato nei loro interventi.
Nei tre tavoli di lavoro della seconda e terza giornata (il primo riguardante i giovani, la scuola e la formazione; il secondo su come creare nuove opportunità di lavoro e impresa; il terzo in relazione al senso del lavoro umano e alle sfide dell’innovazione) i membri del comitato scientifico, insieme alle forze sindacali, alle realtà bancarie della cooperazione e ai rappresentanti di gruppi e movimenti del laicato cattolico, hanno riflettuto per poi arrivare concretamente a una sintesi che è stata parte integrante della proposta finale alle sopracitate istituzioni politiche nella consapevolezza che, come già altre volte in passato nella storia italiana, anche oggi, senza il contributo coraggioso della radice cattolica, il Paese non riuscirà ad uscire definitivamente dalla crisi.
“L’esperienza della settimana sociale a Cagliari è stata decisamente una full immersion a tutti gli effetti, racconta don Gabriele Frassi. Il ritmo ricco e coinvolgente dei vari incontri e appuntamenti mi ha permesso di entrare con spirito collaborativo all’avvicendarsi di relazioni, testimonianze, dialoghi e informazioni. I partecipanti erano sollecitati, all’atto dell’iscrizione, a indicare un gruppo di lavoro. Ho deciso per il gruppo Giovani, scuola, formazione e lavoro. È stato particolarmente interessante percepire come scuola – formazione – lavoro appartengano al circolo virtuoso di maturazione della persona: se non viene attivato nei dovuti modi crea particolari difficoltà al giovane nel suo ingresso nel mondo del lavoro. La narrazione di testimonianze di alcuni giovani che, con coraggio e spirito di iniziativa, hanno sviluppato e attutato progetti significativi nell’ambito lavorativo e della piccola impresa hanno suscitato in me un senso effettivo di ammirazione e di speranza. Interessante la considerazione del lavoro come occasione di sviluppo, maturazione e realizzazione della persona, anche in chiave vocazionale e non solo di fatica e sopportazione.
L’impressione che ho avuto da queste giornate è stato il percepire in prima persona quanto nell’ambiente ecclesiale, ma non solo, vi siano realtà attente e significative nel porre in atto strategie, mezzi e progetti per dare risposta alle attese nell’ambito lavorativo del mondo giovanile”.
“Sono stato molto contento di poter partecipare a questa esperienza – aggiunge Michele Fusari – in quanto mi ha dato la possibilità di conoscere persone, situazioni e contesti che ti fanno respirare un’aria e un orizzonte più ampio e crescere quindi nella relazione verso gli altri; sono stato anche molto ben impressionato sul metodo di sviluppo della settimana sociale proposto dal comitato promotore e scientifico che ha fatto davvero sentire tutti protagonisti e non solo spettatori dei lavori. Belle e toccanti le storie delle buone prassi lavorative che sono state raccontate nel docufilm Il lavoro che vogliamo e che hanno mappato centinaia e centinaia di esperienze positive che già ci sono in tutti i territori della nazione riguardo al lavoro, a come crearlo e a come offrirlo; stimolanti i gruppi di lavoro dove ognuno ha potuto portare il suo mattoncino di esperienza e di vissuto. Importante è stata anche la proposta finale lanciata l’ultimo giorno alla politica e ai suoi massimi rappresentanti italiani e europei presenti ai lavori: una proposta molto dettagliata e concreta (oltre 30 punti raggruppati in 4 macro aree ) con contenuti di possibile e immediata esecuzione”.