Ripalta Cremasca è un paese in continua espansione ed evoluzione. Tante, negli ultimi anni, sono le famiglie che hanno scelto questo paese per abitarvi. Numerose sono le motivazioni: dagli alloggi non eccessivamente costosi, ai servizi che la comunità offre (c'è quasi praticamente tutto, dalle scuole elementari e medie, alla materna, la posta, la farmacia, negozi, il municipio, l'ambulatorio medico.) e, molto importante, la vicinanza a Crema. Tuttavia, Ripalta Cremasca ha un grosso, enorme deficit che amministrazione dopo amministrazione non è riuscita a risolvere: la pericolosità di via Roma.
Ma andiamo con ordine. Crema non è lontana da Ripalta, dunque, con l'avvento della stagione estiva molti si recano in città – per lavoro o per diletto – in bicicletta, a loro rischio e pericolo, purtroppo. Perché? Perché non esiste un collegamento ciclo-pedonale sicuro tra il paese e la città. Certo, c'è il percorso ciclabile che si snoda in fregio alla vecchia strada che porta a Moscazzano e passa da San Michele, ma rimane pur sempre “secondario” rispetto alla centralità di via Roma. La condizione dei ciclisti, pertanto, si fa più difficile specialmente nelle ore di punta e, purtroppo, non è raro sentire le sirene dell'ambulanza in soccorso di ciclisti incidentati.
Proseguendo da Crema verso Ripalta, il primo ostacolo è l'incrocio che porta a Capergnanica, in corrispondenza, per spiegarci meglio, del distributore di benzina. Anche in questo caso si era parlato di un progetto di messa in sicurezza (forse con una rotatoria?). Si era impegnato in prima persona un consigliere di minoranza, ma anche in questo caso, per il momento, nulla è stato ancora compiuto. Inoltrandoci in paese, sempre proseguendo lungo via Roma, notiamo una serie di strisce pedonali usurate dal tempo e che, ahimé, sfociano in marciapiedi e barriere architettoniche difficili da evitare e da superare per chi passeggia con i passeggini, figuriamoci per chi è portatore di handicap o anziano. Il primo ostacolo che notiamo, per esempio, si trova all'altezza del bar e del negozio di frutta e verdura. Dal bar, le strisce pedonali sfociano davanti a un muro. Lo stesso discorso vale per il passaggio pedonale che si trova poco distante dal negozio di barbiere. Dal marciapiede, se si vuole attraversare la strada, le strisce confluiscono a ridosso del muro di una casa privata.
Non parliamo poi dell'incrocio che si trova davanti a via Fiume Serio: qui le strisce pedonali sfociano addirittura sul marciapiede. Pensate che molte signore in bicicletta sono costrette a percorrere via Roma per raggiungere il cimitero. Molte ci hanno rivelato di avere timore ad attraversare la strada per raggiungere la zona “della Crocetta” (dove si trovano, accanto alle abitazioni, il bar e l'area industriale). Oltre a non esserci un attraversamento sicuro, dalle aziende entrano e escono camion e auto articolati che a volte fanno addirittura tremare i vetri delle case vecchie che si trovano lungo la strada. Ma non è vietato il passaggio di grossi mezzi dal centro abitato? C'è chi afferma che i camion che passano hanno tutti regolare permesso, sta di fatto che, quando si cammina per questa strada, anche per fare pochi metri, non ci si sente affatto sicuri. È vero, per recarsi in piazza o in centro al paese, c'è la strada alternativa cosiddetta “dell'oratorio” in quanto sbuca nella zona della chiesa. Tuttavia, questa non è priva di macchine e, d'estate, è battuta mattino e pomeriggio dal sole. Insomma, non è proprio una passeggiata rilassante.
Ora, per ovviare alla pericolosità di via Roma, l'amministrazione guidata dal primo cittadino Aries Bonazza sta pensando di allestire delle aiuole spartitraffico: alcuni non sono proprio favorevoli al (costoso) progetto, in quanto si andrebbe a ridurre la dimensione della carreggiata creando ancora più ostacoli e problemi specie nel caso passassero grossi camion. Il Comune prevede poi di posizionare colonnine per il rilevamento della velocità e di creare sensi unici, ad esempio in via Fiume Serio. Basterà tutto questo per dare sicurezza a via Roma?