DON MAURIZIO VAILATI NUOVO VICARIO

Don Maurizio Vailati, parroco di San Carlo in città, è il nuovo vicario generale della diocesi. Lo ha annunciato questa sera il vescovo Oscar ai sacerdoti, convocati nella chiesa di San Giovanni, in via Matteotti, alle ore 21.
Don Vailati succede a don Franco Manenti, nominato da papa Francesco vescovo di Senigallia, diocesi di cui prenderà possesso domenica prossima 10 gennaio, festa del Battesimo di Gesù.
Prima dell'importante comunicazione, vescovo e sacerdoti hanno recitato insieme la Compieta (la preghiera della sera). Poi mons. Cantoni, terminate la lettura breve della Parola di Dio ha detto:
“È la sera dell'Epifania. Oggi in tutte le nostre chiese, dopo la proclamazione del Vangelo, si è dato l'annuncio della Pasqua e di tutte le festività che ne conseguono. Perciò mi è parso che fosse altamente significativo dare oggi anche l'annuncio del nuovo vicario generale!
Dal giorno della elezione episcopale di don Franco Manenti mi sono preoccupato di individuare un sacerdote che potesse degnamente sostituirlo.
Ho pregato molto, mi sono confrontato per un discernimento serio e contemporaneamente ho invitato ciascuno di voi sacerdoti perché mi segnalaste una persona degna di questo alto impegno di servizio e di responsabilità.
Grazie molte per la vostra collaborazione e per le motivazioni che avete addotto nell'indicare il vostro parere. Anche in questo modo è stato favorito quel principio di sinodalità, tanto raccomandato come metodo ecclesiale permanente e che, per la verità, ho cercato di sempre usare in tutto il corso del mio ministero episcopale a Crema.
Un consenso pressocchè unanime è stato espresso in favore di don MAURIZIO VAILATI, che quindi nomino come nuovo vicario generale.”
I sacerdoti hanno salutato la notizia con un sentito applauso.
“Il servizio di don Maurizio -ha continuato il vescovo Oscar – incomincerà il giorno 11 gennaio, dopo la presa di possesso del vescovo Franco della diocesi di Senigallia.
Credo che don Maurizio per la sua struttura personale, per il suo equilibrio umano e spirituale, per la sua preparazione intellettuale e teologica, per la sua sensibilità ed esperienza di pastore, per la sua capacità di entrare facilmente in relazione con le persone, per il suo stile positivo e dialogale, possa essere un dono per l' intera nostra Chiesa, un valido sostegno dei sacerdoti e un leale e saggio primo collaboratore del vescovo, come lo è stato don Franco , che saluto e ringrazio.
Preghiamo per don Maurizio, perché accetti questa responsabilità come un grande atto di fiducia nei suoi confronti da parte del Signore e della sua Chiesa, e viva questa speciale forma di ministero con umiltà, dedizione generosa e cordiale.
Ha bisogno, certo, della nostra vicinanza e della nostra fraterna collaborazione.
Lo ringrazio perché ha accettato questo compito non facile in spirito di servizio, ben sapendo le fatiche che dovrà affrontare, in spirito di fede e in sintonia con la nostra tradizione ecclesiale.
Don Maurizio continuerà per ora a mantenere gli impegni finora precedentemente assunti, affiancato da qualche collaboratore.
Affidiamo a Cristo, buon pastore, il carico che don Maurizio si assume, nella certezza che è il Signore stesso che porta il suo peso e anche quello di ciascuno di noi.”
A conclusione, mons. Cantoni ha pregato la preghiera del card. John Dearden che Papa Francesco ha offerto nel giorno in cui si è rivolto alla Curia Vaticana, lo scorso 21 dicembre e ha invitato i sacerdoti a recitarla spesso:
“Ogni tanto ci aiuta il fare un passo indietro e vedere da lontano.
Il Regno non è solo oltre i nostri sforzi, è anche oltre le nostre visioni.
Nella nostra vita riusciamo a compiere solo una piccola parte
di quella meravigliosa impresa che è l'opera di Dio.
Niente di ciò che noi facciamo è completo.
Che è come dire che il Regno sta più in là di noi stessi.
Nessuna affermazione dice tutto quello che si può dire.
Nessuna preghiera esprime completamente la fede.
Nessun credo porta la perfezione.
Nessuna visita pastorale porta con sé tutte le soluzioni.
Nessun programma compie in pieno la missione della Chiesa.
Nessuna meta né obbiettivo raggiunge la completezza.
Di questo si tratta:
noi piantiamo semi che un giorno nasceranno.
Noi innaffiamo semi già piantati, sapendo che altri li custodiranno.
Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà.
Mettiamo il lievito che moltiplicherà le nostre capacità.
Non possiamo fare tutto,però dà un senso di liberazione l'iniziarlo.
Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene.
Può rimanere incompleto,
però è un inizio, il passo di un cammino.
Una opportunità perché la grazia di Dio entri e faccia il resto.
Può darsi che mai vedremo il suo compimento,
ma questa è la differenza tra il capomastro e il manovale.
Siamo manovali, non capomastri,
servitori, non messia.
Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene.”
Terminato l'intervento mons. Cantoni ha invitato il nuovo vicario generale a dire due parole. “Sono prete da trent'anni – ha detto don Maurizio Vailati – di cui venti in servizio diocesani e dieci in parrocchia. Considero le due esperienze una grande ricchezza: non bisogna mai lasciar perdere la vita pastorale parrocchiale e nello stesso tempo la dimensione diocesana.
C'è in me un po' di trepidazione – ha aggiunto – anche alle richieste che ci sono. Da un lato devo controllare la trepidazione per mettere nel nuovo servizio tutto l'impegno che posso; ma chiedo a chi ha delle attese – e anche a chi non ne ha – di verificare insieme le motivazioni per cui siamo preti. Ora il mio compito è di fare da tramite tra clero e vescovo, un anello di congiunzione che spero non sia troppo sollecitato. Ringrazio il vescovo per la fiducia che ha riposto in me; vi ringrazio del vostro affetto; comincio con impegno questo nuovo incarico.”
Don Maurizio Vailati compirà il prossimo 4 giugno sessant'anni. È nato a Crema ed è stato ordinato sacerdote il 15 giugno 1985 da mons. Libero Tresoldi. Ha conseguito la laurea in lettere moderne e ha iniziato subito ad insegnare nella scuola diocesana Dante Alighieri di cui è diventato preside nel 2000. È stato protagonista, assieme al gestore di allora don Michelangelo Nufi, della trasformazione della scuola del Seminario nella Fondazione Carlo Manziana che ha aggregato – nel 2000 – le scuole materna delle Ancelle della Carità e le Primarie delle stesse Ancelle, delle Madri Canossiane e delle suore del Buon Pastore. Della nuova scuola diocesana don Maurizio è stato preside fino al 2007.
Nel mentre ha svolto altri incarichi pastorali: è stato curato a Izano dal 1985 al 1987; vicerettore del seminario del 1987 al 1993; assistente diocesano dell'Azione Cattolica dal 1987 al 2000; presidente della commissione giovanile della diocesi dal 1993 al 1999; cappellano in diverse parrocchie dal 1989 al 2007.
Dal 2007 al 2011 il vescovo Oscar Cantoni lo volle convisitatore nella sua Visita Pastorale alle comunità della diocesi. In quegli anni – era il 2008 – lo nominò anche parroco di San Carlo in città, dove svolge ancora oggi il suo ministero sacerdotale, apprezzato da tutti i fedeli.
Ora il nuovo prestigioso incarico.
Il Codice di Diritto Canonico descrive così la figura del vicario generale:
“In ogni diocesi il Vescovo diocesano deve costituire il Vicario generale affinché, con la potestà ordinaria di cui è munito a norma dei canoni seguenti, presti il suo aiuto al Vescovo stesso nel governo di tutta la diocesi (Can. 475).
Al Vicario generale compete, in forza dell'ufficio, la stessa potestà esecutiva su tutta la diocesi che, in forza del diritto, spetta al Vescovo diocesano, la potestà cioè di porre tutti gli atti amministrativi, ad eccezione di quelli che il Vescovo si è riservato oppure che richiedono, a norma del diritto, un mandato speciale del Vescovo. Spettano al Vicario generale nell'ambito della propria competenza, anche le facoltà abituali concesse al Vescovo dalla Sede Apostolica, come pure l'esecuzione dei rescritti, a meno che espressamente non sia stato disposto in modo diverso o a meno che non sia stata scelta l'abilità specifica della persona del Vescovo diocesano (Can. 479).
Il Vicario generale e il Vicario episcopale devono riferire al Vescovo diocesano sulle principali attività programmate e attuate e inoltre non agiscano mai contro la sua volontà e il suo intendimento (Can. 480”).

(Nella foto il vescovo e i sacerdoti con il nuovo vicario generale).