Un incontro all’insegna dei valori dello sport in relazione alla cultura e al sociale quello che nella serata di ieri, 24 maggio, si è tenuto nella sala Ricevimenti del Comune di Crema. Ospite della serata, organizzata dalla lista Crema Bene Comune, a sostegno del candidato sindaco di centrosinistra Fabio Bergamaschi, l’ex calciatore della Roma e della nazionale italiana ed ex presidente dell’Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi, anch’egli candidato sindaco a Verona, città in cui si è calcisticamente formato militando tra le fila dell’Hellas Verona.
Lo sport come collante sociale
Al centro, appunto, la tematica dei valori dello sport, che abbattono barriere, vanno oltre la mera pratica sportiva. Quest’ultima, sì, è ovviamente prerogativa essenziale per il benessere in termini di salute fisica, ma può anche essere veicolo di cultura oltre che di educazione e formazione personale, soprattutto per i giovani, aspetto di fondamentale importanza e spesse volte trascurato. “Purtroppo il ruolo sociale ed educativo dello sport viene poco valorizzato anche dal punto di vista delle risorse – ha affermato Tommasi –. È una delle grandi carenze del nostro paese, che spesso associa la pratica sportiva all’agonismo, al talento, alle medaglie da conquistare, ai risultati, aspetti che sicuramente ci devono essere e sono importanti, ma bisogna anche tenere conto dello sport come collante sociale”.
Fare sport in modo più inclusivo
Per l’ex centrocampista giallorosso “le federazioni tendono a organizzare secondo criteri che non sono spesso rivolti al coinvolgimento e all’inclusione. Quando sento un adolescente che non va più a giocare a pallavolo, basket o calcio perché non lo fanno più scendere in campo penso che probabilmente quel sodalizio non abbia l’obiettivo che dovrebbero avere le società sportive del territorio, cioè di mantenere attiva la popolazione facendo partecipare i ragazzi”. Dinamica che, invece, si instaura nelle strutture scolastiche tipo i college americani: “Noi abbiamo ragazzi, soprattutto negli ultimi anni delle superiori, che con la scusa dello sport vanno a fare il college in America attraverso le borse di studio. Il connubio con lo sport rende l’apprendimento ancora più motivante perché far parte della squadra della scuola trasferisce un senso di appartenenza che prosegue nella parte didattica. In questo credo che noi siamo molto indietro”.
Lo spirito sportivo
Tommasi ha poi posto l’accento su quello che definisce spirito sportivo, illustrandone le peculiarità e la trasversalità nelle discipline, essendo un tratto molto importante della persona. “Credo che lo sport dia tantissimi input: capacità di lavorare in squadra, di ottenere risultati attraverso l’impegno, che sappia svolgere il suo compito, che sia puntuale nelle consegne, che si ponga degli obiettivi e lavori per raggiungerli, che non si abbatta davanti agli errori… penso che queste siano le cosiddette soft skill che qualsiasi datore di lavoro cerca nei propri dipendenti e devo dire che chi ha fatto sport di squadra a qualsiasi livello questo lo capisca al volo. E credo il connubio sport-scuola abbia questo come obiettivo, non tanto quello di fare pratica sportiva durante le lezioni. Tutto questo è ciò che per me significa lo sport”.