15 maggio. Don Piergiorgio Fiori commenta il Vangelo, “che vi amiate gli uni gli altri”

Chiesa
Foto di repertorio

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-35

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il commento di don Piergiorgio Fiori: il valore dell’amicizia

Nei giorni scorsi ho avuto a che fare con diversi adolescenti che si sono posti il problema del valore delle loro amicizie.
Di fronte a una situazione di fatica di uno di loro, pochi sono intervenuti per cercare di aiutarlo finché questo si è sentito solo e abbandonato. Nei dialoghi avuti con loro si è manifestato il desiderio di amicizie belle, sincere e vere; è emerso quel bisogno che abbiamo tutti di sentirci amati. Personalmente la questione mi ha interrogato perché in diversi sono venuti a cercarmi per essere aiutati nella loro amicizia. Ma io cosa posso raccontare loro?

Che vi amiate gli uni gli altri

È Gesù stesso a dare la risposta: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.
Ma cosa vuol dire amare come Gesù ci ama? Vuol dire non risparmiarsi, offrirsi fino in fondo per gli altri, donare tutto di sé, amare fino a dare la vita per gli amici proprio perché una delle etimologie della parola amare è a-mors, senza morte, senza fine.
Gesù ci ha mostrato che nel dono completo di sé agli altri non si perde nulla, anzi si trova un senso nuovo e vero alla vita.

Amare senza paura

Lo cantava Nek: “Siamo fatti per amare”, la nostra vita trova senso e significato nel dono di noi stessi agli altri, proprio sull’esempio di Gesù.
Non è un donarsi per filantropia quello chiesto ai cristiani, ma parte da quell’amore che sentiamo su di noi, in cui siamo immersi, quell’amore di Dio verso noi che ci spinge a donarci agli altri.
La gioia della Pasqua si vede proprio da questo: voler amare senza paura perché anche la morte è stata vinta! Offrirsi agli altri senza riserve perché l’amore del Cristo risorto ci spinge ad amare.
In questa settimana proviamo a guardare a una situazione di difficoltà, di fatica e proviamo a impegnarci a vivere quel comandamento di Gesù, esattamente come Gesù, per essere riconosciuti suoi discepoli proprio dall’amore gli uni per gli altri.