‘L’unica uguaglianza è l’equità’
(Victor Hugo)
Il corpo maschile e quello femminile si differenziano dal punto di vista genetico, anatomico, fisiologico, funzionale, psicologico. Da sempre però, fin dalle sue origini, la Medicina ha la sua attenzione esclusivamente sul corpo del maschio, dando per scontato il concetto secondo il quale il corpo femminile andasse valutato e trattato esattamente come quello maschile.
Oggi invece la Medicina di genere specifica si occupa di studiare le differenze biologiche che esistono tra l’uomo e la donna. L’uomo e la donna, per tutte le caratteristiche inizialmente descritte, sono diversi, e da alcuni decenni si sta constatando che i due generi mostrano differenze anche nella malattia.
Una questione di primaria importanza va chiarita: la Medicina di genere non è la ‘medicina delle donne’, ma è un approccio diverso e innovativo, se vogliamo rivoluzionario, alle diseguaglianze di salute e non solo, a partire dall’insorgenza e dall’evoluzione della malattia – dai sintomi, dalle diagnosi e prognosi fino ai trattamenti – soggette anche a diseguaglianze sociali, culturali e perfino etniche, psicologiche, economiche e politiche.
Ciò significa che l’uomo e la donna possono soffrire della stessa malattia, ma ciascun genere può manifestarla con tratti fisiopatologici, clinici, prognostici e terapeutici diversi. Lo stesso vale per quanto riguarda la somministrazione di un farmaco: somministrato a una donna per una malattia di cui soffre anche l’uomo, può dare effetti terapeutici e collaterali diversi nei due sessi (da qui la farmacologia di genere).
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità pone attenzione speciale alle diversità con cui numerose patologie, un tempo ritenute tipicamente maschili, si presentano nelle donne. Ne sono scaturite una serie di raccomandazioni che permetteranno sempre più di studiare le persone, uomini e donne, non solo biologicamente, ma in maniera più complessa e globale. Dunque, riconoscere le differenze di genere diventa essenziale per delineare programmi, per organizzare l’offerta dei servizi, per indirizzare la ricerca, per raccogliere e analizzare dati statistici, per promuovere la salute, per informare e comunicare in modo corretto, per garantire appropriatezza, nell’accezione più allargata del termine, e personalizzazione delle cure.
Vorrei sottolineare che anche la nostra Asst ‘Ospedale Maggiore’ di Crema, confermando una particolare attenzione alle differenze di genere in medicina, aderisce all’Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (ONDa) che promuove iniziative e appuntamenti specialistici nell’arco dell’anno. Infatti l’Azienda, in varie occasioni, ha programmato eventi, per esempio con esami gratuiti per le donne e, anche per questo, ha guadagnato due ‘Bollini rosa’.
Oggi invece la Medicina di genere specifica si occupa di studiare le differenze biologiche che esistono tra l’uomo e la donna. L’uomo e la donna, per tutte le caratteristiche inizialmente descritte, sono diversi, e da alcuni decenni si sta constatando che i due generi mostrano differenze anche nella malattia.
Una questione di primaria importanza va chiarita: la Medicina di genere non è la ‘medicina delle donne’, ma è un approccio diverso e innovativo, se vogliamo rivoluzionario, alle diseguaglianze di salute e non solo, a partire dall’insorgenza e dall’evoluzione della malattia – dai sintomi, dalle diagnosi e prognosi fino ai trattamenti – soggette anche a diseguaglianze sociali, culturali e perfino etniche, psicologiche, economiche e politiche.
Ciò significa che l’uomo e la donna possono soffrire della stessa malattia, ma ciascun genere può manifestarla con tratti fisiopatologici, clinici, prognostici e terapeutici diversi. Lo stesso vale per quanto riguarda la somministrazione di un farmaco: somministrato a una donna per una malattia di cui soffre anche l’uomo, può dare effetti terapeutici e collaterali diversi nei due sessi (da qui la farmacologia di genere).
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità pone attenzione speciale alle diversità con cui numerose patologie, un tempo ritenute tipicamente maschili, si presentano nelle donne. Ne sono scaturite una serie di raccomandazioni che permetteranno sempre più di studiare le persone, uomini e donne, non solo biologicamente, ma in maniera più complessa e globale. Dunque, riconoscere le differenze di genere diventa essenziale per delineare programmi, per organizzare l’offerta dei servizi, per indirizzare la ricerca, per raccogliere e analizzare dati statistici, per promuovere la salute, per informare e comunicare in modo corretto, per garantire appropriatezza, nell’accezione più allargata del termine, e personalizzazione delle cure.
Vorrei sottolineare che anche la nostra Asst ‘Ospedale Maggiore’ di Crema, confermando una particolare attenzione alle differenze di genere in medicina, aderisce all’Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (ONDa) che promuove iniziative e appuntamenti specialistici nell’arco dell’anno. Infatti l’Azienda, in varie occasioni, ha programmato eventi, per esempio con esami gratuiti per le donne e, anche per questo, ha guadagnato due ‘Bollini rosa’.
NORI DONARINI
Medico dell’Unità operativa di Psichiatria