L’arte campanaria italiana ha ottenuto il riconoscimento ufficiale Unesco di “patrimonio culturale immateriale” dell’umanità. La decisione è stata assunta dal Comitato intergovernativo riunito ad Asunción, in Paraguay, dal 2 al 7 dicembre: l’Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Spagna – che l’ha avuto nel 2022 – ad avere tale riconoscimento.
Gli Allanconi tra i promotori
Un ruolo fondamentale nell’iter che ha permesso di centrare lo straordinario obiettivo l’ha avuto la storica Fonderia Allanconi di Bolzone (frazione di Ripalta Cremasca), che ha sostenuto la pratica avviata dalla Federazione nazionale suonatori di campane (Fnsc) insieme ad altre due fonderie ancora in attività in Italia: la Marinelli in Molise e la Capanni in Emilia Romagna. Un sostegno è arrivato anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, oltre che dal Ministero della Cultura.
Il riconoscimento dell’organizzazione delle Nazioni Unite permetterà di salvaguardare l’arte campanaria manuale, declinata secondo le tante varianti regionali di suono presenti in Italia. Il nostro, del resto, è il “Paese dei mille campanili”, a riprova di quanto tale elemento caratterizzi la nostra identità.
Grande soddisfazione
La candidatura dell’arte campanaria tradizionale quale patrimonio immateriale dell’umanità Unesco è stata avanzanta nell’aprile 2023 dal Ministero della Cultura, convinto nell’affermare che tale arte “ha radici profonde nella nostra storia e nei nostri territori”.
Alla notizia giunta nei giorni scorsi da Asunción, il sottosegretario di Stato alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha commentato: “Voglio dedicare questo riconoscimento alle nuove generazioni, affinché possano continuare a preservare l’arte tradizionale dei campanari. Quel suono che proviene da migliaia di campanili sparsi in borghi e Comuni di tutta Italia tocca la nostra anima: è il famoso ‘suono della domenica’, evocato da Zucchero in una sua splendida canzone, che scandiesce da sempre i nostri giorni di festa”.
La storica fonderia di Bolzone
Una bellissima tradizione alla quale contribuisce da tempo la Fonderia Allanconi di Bolzone, la cui storia è iniziata con il capostipite Angelo, nato nel dicembre del 1915. Dopo aver iniziato il suo percorso formativo nella Fonderia Crespi di Crema, dove ha imparato i segreti dell’antichissima arte della fusione delle campane e le annesse formule geometrico-matematiche, Angelo ha poi lavorato nelle fonderie di Milano e di Chiari – tra le ultime in Italia – portando con sè pure i figli Ottavio e Giordano. Negli anni Settanta ecco la decisione di avviare l’attività in proprio a Bolzone: Angelo è morto nel 2002, ma i figli Ottavio, Giordano e Pietro ne hanno seguito le orme, trasmettendo la medesima passione al nipote Emanuele che, col supporto degli zii e di tante competenze specifiche, porta avanti l’attività di famiglia.
Le campane di Allanconi – presso la cui sede c’è pure un museo – si trovano in tutto il mondo. Sono vere e proprie opere d’arte, realizzate con materiali naturali e riciclabili e nel rispetto delle tradizioni: solo così garantiscono una qualità assoluta e un suono coinvolgente.
L’orgoglio del sindaco Bonazza
Ai complimenti delle massime istituzioni italiane si aggiungono quelli di Aries Bonazza, sindaco di Ripalta Cremasca, che ha sempre sostenuto il valore e l’unicità della Fonderia Allanconi: “Siamo veramente orgogliosi per questo riconoscimento, che premia ulteriormente un’eccellenza non solo ripaltese, ma nota e rinomata in tutto il mondo. Alla famiglia Allanconi, e a tutti i campanari che tengono alto il nome della nostra tradizione artigiana, le felicitazioni dell’intera comunità”.