AICC. L’intervento di Zanetto sul romanzo greco

Sabato 16 novembre la delegazione cremasca dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica), con il sostegno dell’Associazione Popolare Crema per il Territorio, ha organizzato presso la Libreria Cremasca  la conferenza “La nascita del romanzo in Grecia: proposte di lettura”. Quest’ultima è stata tenuta dal professor Giuseppe Zanetto, relatore dell’incontro. Focalizzandosi sulla tematica del romanzo antico sono stati proposti frammenti di testi di vari autori come Lolliano, Caritone, Eliodoro ecc…

Tutto ciò per elaborare una spiegazione dell’evoluzione di questo genere letterario considerato una novità, ma anche un elemento che ha originariamente “violato le regole”. Siamo partiti dall’origine di questo genere, fino ad arrivare all’esposizione di esempi concreti nei testi letterari.

I contenuti

La conferenza, iniziata alle 11.15, era incentrata sull’approfondimento del romanzo greco (definito anche romanzo antico) e il professore, prima di cominciare, ha consegnato a tutti i presenti un documento con il “corpus dei romanzi greci pervenuti per tradizione diretta”.

Il punto di partenza è stata la domanda “Chi di noi non conosce il romanzo?” e Zanetto risponde dicendo che “è considerato un genere attuale, che crea scalpore perché va contro gli schemi letterari del tempo”. Prosegue con la spiegazione riguardante il romanzo greco: scoperto da testi ricchi di interesse per le diverse prospettive, che ci dicono molto sul mondo antico e sui suoi valori.

Chiarisce poi che il romanzo greco nasce senza un perché, verso il II secolo a.C., alla fine dell’età ellenistica e arriva al culmine della sua affermazione in età imperiale e si tratta di una novità assoluta. Per questo si definisce il romanzo come un “racconto in prosa di una vicenda realistica con protagonisti che si comportano normalmente, nonostante siano parte di una storia inventata”. “La prosa teoricamente era destinata ad altri usi e nasce tardi in Grecia, perché prima la comunicazione letteraria era la poesia”. L’idea era quella di utilizzare questo genere letterario per parlare di “cose inventate”, che però andava a violare le regole. Infatti i romanzieri cercavano fin dall’inizio di dare un fondamento alle storie e di giustificare l’uso della prosa. L’ambientazione era storica e un primo esempio, posto sul documento consegnato all’inizio dell’esposizione e spiegato successivamente dal professore, è stata la storia di Cherea e Calliroe dell’autore Caritone. Un romanzo di due giovani, che si innamorano e si sposano. La vicenda si complica per la sorte e i due personaggi sono divisi, affrontano delle disavventure, ma poi c’è un lieto fine che permette il loro incontro. L’ambientazione è reale, a Siracusa, seguita poi un’altra in Eolia (Anatolia), dove ci sono personaggi reali e tutti gli uomini che vedono Calliroe si innamorano, perché la vedono come la “nuova Afrodite”.

Zanetto parla della figura di questa donna come una “nuova Elena”, la quale nell’Iliade era stata rapita da Paride e nella storia di Caritone è proprio Calliroe ad essere portata a Mileto dai pirati ed è costretta a sposare il re. Nel continuo della storia si leggerà, dunque, che Cherea riuscirà a vincere ed a recuperare l’amata, e il professore ci dice che si sarebbe potuto definire questo romanzo come una “nuova Iliade” per i parallelismi tra le due storie.

“Un altro modo del romanziere di presentare una storia come vera è attraverso la trasposizione letteraria di un documento”. Il romanzo greco, quindi, si potrebbe definire come “genere moderno e attuale”. Il professore aggiunge che il romanzo conosce in Grecia una fortuna e i papiri ci danno nuovi frammenti di testi di storie con temi diversi che coprono i sottogeneri dei romanzi. Si tratta di un genere che attira l’attenzione del pubblico, nonostante la cultura greca inizialmente non guardi con rispetto il romanzo, perché considerato appartenente alla bassa letteratura.

I pregiudizi erano tali “da non avere nemmeno un termine in greco antico che definisse il romanzo”, bensì “si utilizzavano i termini generici come logos o muzos”. Nonostante ciò, aggiunge Zanetto, il romanzo trionfa, infatti corrisponde allo spirito dei tempi. “In Grecia parte tutto quando l’Impero romano per la sua autonomia ed è quindi una dimensione marginale”.

Alla Grecia è associato il concetto di “magistero culturale”, per la passata grandezza e “gli intellettuali si definiscono depositari della tradizione”, poiché si sentono in dovere di conservare e tramandare il patrimonio per una riproposizione della Grande Grecia. Dalla spiegazione del professore si arriva alla conclusione che nel romanzo questo concetto funziona, perché Roma viene messa da parte e non viene quasi mai nominata, bensì trionfa la Grecia. Accade ciò perché “il romanzo è sensibile a tutti i generi della tradizione ed è un iper genere che ripropone l’eredità dei generi del passato” ed a nutrire il genere del romanzo greco si aggiungono anche la tragedia, la commedia e la storiografia.

I testi del corpus

Il professore prosegue nella sua spiegazione focalizzando ancora di più l’attenzione sul corpus, dove erano riportati frammenti di alcuni romanzi. Sono tutte trame fisse, di coppie di giovani che si ritrovano dopo aver superato delle peripezie e questa fissità fa in modo che si pensi al testo greco come monolite, ovvero fatto di storie rosa tutte uguali.

Viene presentata in primo luogo la figura di Alessandro Barchiesi, che espone un confronto tra romanzo greco e latino, in opposizione tra loro e si dividono tra: forma chiusa e forma aperta. Quest’ultima “fa riferimento al romanzo latino ad esempio nei testi di Apuleio e Petronio, nei quali si dà spazio anche a dimensioni decadenti, perché il mondo romano è sicuro di sé e si sente difeso dalla realtà politica”. “I latini non temono di aprire le loro storie e sono autori di storie centrifughe”.

La forma chiusa, invece, fa riferimento al romanzo greco, poiché “gli intellettuali si sentono compressi dai romani e si chiudono in storie tutte uguali”. E’ un pensiero che verrà poi superato, perché ora anche qui vengono scritte storie centrifughe. Seguono esempi con romanzi scelti da Zanetto, un primo esempio con frammenti di un testo greco di Lolliano, Phoinikika. Un secondo romanzo è quello di Metioco e Partenope, dove la vicenda si complica a causa della sorte, ma l’autore cerca di rimandare ad una realtà storica. “Il testo originale di questo secondo romanzo è andato perduto, ma con i frammenti e le riscritture in persiano, si riesce a ricostruire la trama”.

Non ci è però consentito conoscere ciò che viene dopo il discorso di Metioco durante il simposio, perché i papiri si interrompono prima della risposta del personaggio femminile. Riprende anche il romanzo di Caritone, Cherea e Calliroe, in particolare: II 9,2-6 e II 11, 1-4. L’autore va ad esporre “il tema dell’aborto”, perché Calliroe scoprirà di essere incinta quando sarà a Mileto dal suo nuovo padrone, Dioniso, il quale vorrebbe sposarla. Lei vorrebbe abortire e rifiutare il matrimonio con il padrone e questo, sottolinea Zanetto, fa capire sia un personaggio che “fonde in sé sia la figura di Elena, come spiegato precedentemente dal professore, sia quella di Penelope, per la fedeltà al suo vero marito”. Il frammento termina con la donna che cede al matrimonio con il padrone.

Si passa poi al romanzo di Eliodoro, Etiopiche, I 1. L’autore scrive l’incipit in medias res e viene definito “folgorante” da Zanetto, come se partisse da un fermo immagine e segue poi la storia, “come un quadro che si scioglie e i personaggi prendono vita”. L’ultimo frammento preso in considerazione è del Romanzo di Panionìs, che riguarda la storia di Eroxenos e Panionis.

Termina verso le 13 la conferenza e  Zanetto conclude la sua esposizione passando ai ringraziamenti verso il pubblico e per aver avuto la possibilità di esporre queste tematiche. Viene ringraziato infine dai docenti del Liceo Racchetti, presenti alla conferenza, per aver dato la possibilità ai ragazzi e al resto del pubblico, di avere maggiore consapevolezza degli argomenti rilevanti per la conoscenza della storia dell’evoluzione del romanzo greco.