Domenica 6 ottobre. Don Giorgio commenta il Vangelo: il matrimonio cristiano

don Giorgio Zucchelli

Dal Vangelo secondo Marco 10, 2-16

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Don Giorgio commenta il Vangelo

Qual è il modo più bello e gioioso di vivere l’amore tra un uomo e una donna? La Parola di Dio risponde questa domenica: è il matrimonio cristiano! Una visione che – diversamente da alcuni decenni fa – ci differenzia notevolmente dalla mentalità del mondo di oggi. Possiamo dire che il pensiero e l’esperienza del matrimonio evangelico sono oggi delle questioni dirimenti del nostro essere cristiani.
Nel Vangelo Gesù contesta il comportamento del popolo ebraico che permette la separazione degli sposi (o meglio la possibilità dell’uomo di allontanare la donna) e dice apertamente: “Dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”.
L’affermazione contesta il pensiero che oggi si va affermando nella nostra società.

Accogliere il dono di un amore bello, grande e indissolubile

Riconosciuto, facilitato e diffuso è ormai il divorzio; possibile risposarsi una, due, più volte (come fanno spesso personaggi dello spettacolo raccontati dai media); molte coppie non si sposano neanche più, cancellando il matrimonio dalla propria esperienza di vita. Questa concezione dell’amore di coppia porta a generare sempre meno figli oppure a creare forti traumi in quelli che sono stati generati. Con un avvitamento del dolore reciproco.
Nel matrimonio cristiano non si tratta – sia chiaro – dell’imposizione di una legge, magari poco sopportabile. Non si tratta nemmeno di una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno.
Il matrimonio è accogliere un dono, il dono di un amore bello, grande e indissolubile. “Ogni vero matrimonio – afferma papa Francesco – è un dono di Dio ai coniugi. Sempre il matrimonio è un dono! Un bene! Un bene di straordinario valore per tutti: per gli stessi coniugi, per i loro figli, per tutte le famiglie con cui entrano in relazione, per l’intera Chiesa, per tutta l’umanità.”
“La fedeltà coniugale poggia sulla fedeltà divina, la fecondità coniugale si fonda sulla fecondità divina. L’uomo e la donna sono chiamati ad accogliere questo dono e a corrispondervi liberamente con il reciproco dono di sé.”

Il Papa indica tre parole: permesso, grazie e scusa

Questa bella visione può apparire utopica in quanto sembra non tener conto della fragilità umana, dell’incostanza dell’amore. L’indissolubilità viene spesso concepita come un ideale irraggiungibile e tende a prevalere la mentalità secondo la quale il matrimonio dura finché c’è amore. “Ma di quale amore si tratta? – si chiede Francesco – Anche qui vi è spesso inconsapevolezza del vero amore coniugale, ridotto al piano sentimentale o a mere soddisfazioni egoistiche”.
Com’è possibile che avvenga un’unione così coinvolgente tra l’uomo e la donna, un’unione fedele e per sempre, tenendo conto dei limiti e della fragilità degli esseri umani?
Tutti i matrimoni affrontano momenti difficili, ma queste esperienze della Croce possono rendere il cammino dell’amore ancora più forte. Il segreto è che l’amore è più forte del momento nel quale si litiga e per questo – ci dice il Papa – “io consiglio agli sposi: non finire la giornata nella quale avete litigato senza fare la pace. Sempre!” E ci indica le famose tre parole magiche: “Permesso: per non essere invadente nella vita dei coniugi. Grazie: ringraziare il coniuge; grazie per quello che hai fatto per me. Quella bellezza di rendere grazie! E siccome tutti noi sbagliamo, quell’altra parola che è un po’ difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa. Permesso, grazie e scusa.”
Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Ed è l’esperienza di una grande gioia da proporre a tutti. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore!

don Giorgio Zucchelli