Durante il suo soggiorno in Belgio, Papa Francesco fa visita all’Università di Lovanio che compie 600 anni. Il prestigioso ateneo cattolico, fondato nel 1425, dalla fine degli anni ’60 del Novecento ha due sedi e identità differenti: la Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga (olandese) è situata a Lovanio e conta 65mila studenti, mentre l’Université Catholique de Louvain, di lingua francese, è situata a Louvain-la-Neuve e Bruxelles, con 34mila studenti. Il Papa ha visitato oggi la prima e domani visita la seconda.
L’ateneo – con una forte propensione internazionale – ha alle spalle una storia ricchissima di contributi alla cultura belga ed europea. In occasione della presenza di Bergoglio tra i giovani allievi e i professori, abbiamo chiesto quali temi e interrogativi sollecita questa visita, interpellando Arnaud Join-Lambert (nella foto), teologo formatosi presso le università di Trêves e Friburgo, e all’Institut Catholique di Parigi. Insegna alla Facoltà di Teologia e studio delle religioni e all’Institut de recherche pluridisciplinaire Religions Spiritualités Cultures Sociétés all’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Numerosi i suo contributi su teologia pratica, pastorale, liturgia, e il suo impegno nella Chiesa belga sui temi del Sinodo.
Ateneo e “società plurale”
In relazione alla visita Francesco, il professore sottolinea due questioni principali. “Da un lato – afferma – per i 600 anni dell’Università di Lovanio”. Quale “il ruolo e la funzione dell’università nella società in generale, e quella dell’università cattolica in particolare? Come possiamo contribuire alla costruzione della convivenza in una società plurale, priva di punti di riferimento e anch’essa frammentata? In che modo la ricerca fondamentale e la ricerca applicata aiutano nelle trasformazioni in atto?”, si domanda Arnaud.
“Il Papa ha un pensiero importante su questo tema, in particolare su quello della transizione ecologica, che sarà il tema principale dell’incontro con gli studenti sabato a Louvain-la-Neuve”.
“C’è anche la questione della teologia nell’università. Le due facoltà, a Lovanio nelle Fiandre e a Louvain-La-Neuve, sono facoltà di altissimo livello globale con grande influenza internazionale. Si pone la questione del loro posto in Belgio, del loro ascolto nella società e anche nell’università. Come contribuiscono le nostre facoltà alle riflessioni, alle domande di senso in una società che perde l’orientamento, in università soggette a esigenze di redditività?”.
Tre “dimensioni”
L’altro grande tema “è il legame tra Chiesa e società: vedo tre dimensioni nella visita del Papa. Da un lato, la specificità belga di un cattolicesimo popolare ancora molto presente, e caro a Papa Francesco. Più del 50% della popolazione si identifica come cattolica, ma questa affermazione è anche molto diluita con identità religiose estremamente vaghe per la maggior parte delle persone. In che modo le comunità cristiane sono risorse per le principali questioni dell’esistenza di questi cattolici lontani dalle comunità, ma anche all’interno della società cattolica belga?”.
In secondo luogo, continua il docente, “la Chiesa cattolica è molto impegnata nel promuovere una cultura dell’ospitalità e dell’incontro, con grande attenzione, ad esempio, alle persone vulnerabili e ai migranti. Questo è stato un segno forte per i cardinali Danneels e De Kesel, e anche per tutti gli otto vescovi attuali, compreso l’arcivescovo Terlinden. Uno dei luoghi principali in questo senso sono le scuole cattoliche, che accolgono quasi il 60% dei bambini e dei giovani in Belgio, un po’ di più nelle Fiandre che nella comunità francese”. E precisa: “Il Papa si preoccupa della trasmissione della fede, ma anche del sostegno alle generazioni emergenti”.
Non ultima, la “terza dimensione della missione del Papa qui è quella di incoraggiare i fedeli e di ravvivare le comunità. Molte comunità cristiane, parrocchiali e religiose, soffrono l’invecchiamento e il calo di entusiasmo nonostante i grandi progetti e le grandi iniziative. Abbiamo un laboratorio di ricerca presso la facoltà dell’Università Cattolica di Lovanio, chiamato Ecclesialab, che identifica e sostiene questi nuovi luoghi ecclesiali che portano speranza”.
Da Ratzinger a Bergoglio
Il prof. Arnaud conclude: “Papa Francesco potrà contribuire a ciò che il suo predecessore Benedetto XVI voleva in Europa, quando invitava le comunità locali a diventare minoranze creative. C’è slancio e vita nella Chiesa cattolica belga, ma dobbiamo instillare più dinamismo e speranza”.