Papa a Timor-Leste: incontro con bimbi disabili e santa Messa

Papa Francesco incontra i bambini disabili

“Aprirci all’amore del Padre e a lasciarcene plasmare, perché possa guarire le nostre ferite, ricomporre i nostri dissensi, rimettere ordine nella nostra esistenza”. È l’invito del Papa, nella messa presieduta, oggi 10 settembre, nella spianata i Taci Tolu, culmine della seconda giornata di permanenza a Timor-Leste, terza tappa – dopo Singapore e Papua Nuova Guinea – del viaggio in Asia e Oceania.

“Timor Leste è bello, perché ci sono tanti bambini: siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita”, l’omaggio di Francesco. “E questo è un dono grande: la presenza di tanta gioventù e di tanti bambini, infatti, rinnova costantemente la freschezza, l’energia, la gioia e l’entusiasmo del vostro popolo. Ma ancora di più è un segno, perché fare spazio ai piccoli, accoglierli, prendersi cura di loro, e farci anche noi, tutti, piccoli davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri, sono proprio gli atteggiamenti che ci aprono all’azione del Signore”.

”Alla radice di ogni vita c’è l’amore eterno di Dio”, ha ricordato il Papa: “Non solo, ma in Cristo, Dio stesso si è fatto uomo, bambino, per stare vicino a noi e per salvarci. Dio fa splendere la sua luce che salva attraverso il dono di un figlio”. “In ogni parte del mondo – ha proseguito – la nascita di un bambino è un momento luminoso, di gioia e di festa, che infonde in tutti desideri buoni, di rinnovamento nel bene, di ritorno alla purezza e alla semplicità. Di fronte ad un neonato, anche il cuore più duro si riscalda e si riempie di tenerezza, chi è scoraggiato ritrova speranza. La fragilità di un bambino porta con sé un messaggio così forte da toccare anche gli animi più induriti, riportandovi propositi di armonia e di serenità”.

Incontro con i bambini disabili

In precedenza aveva incontrato i bambini con disabilità nella scuola “Irmas Alma”, nel secondo giorno della tappa del suo viaggio apostolico a Timor-Leste.

“C’è una cosa che sempre mi fa pensare”, ha rivelato: “quando Gesù parla del giudizio finale, dice ad alcuni: ‘Venite con me’. Ma non dice: ‘Venite con me perché siete stati battezzati, perché siete stati cresimati, perché vi siete sposati in chiesa, perché non avete detto menzogne, perché non avete rubato’. No. ‘Venite con me perché vi siete presi cura di me quando avevo fame e mi avete dato da mangiare, quando avevo sete e mi avete dato da bere, quando ero malato e mi avete visitato’, e così via”.

“Questo lo chiamo il sacramento dei poveri”, ha spiegato Francesco: “Un amore che incoraggia, che costruisce e che rafforza”. “E questo è ciò che si trova qui: amore”, l’omaggio ai presenti. “Senza amore questo non si capisce. E così comprendiamo l’amore di Gesù che ha dato la sua vita per noi. Non possiamo capire l’amore di Gesù se non ci mettiamo a praticare l’amore. Condividere la vita con le persone che hanno più bisogno è un programma, un vostro programma, è un programma di ogni cristiano.

Voglio ringraziarvi per quello che fate; e voglio ringraziare anche le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze che ci danno la testimonianza di lasciarsi curare. Perché loro insegnano a noi come dobbiamo lasciarci curare da Dio. Lasciarci curare da Dio e non da tante idee, o progetti, o capricci. Lasciarci curare da Dio. E loro sono i nostri maestri. Grazie a voi per questo!”.