Campioni cremaschi. Il rugby con David Odiase: tra parole e placcaggi

David Odiase
David Odiase in azione su un rettangolo francese

Oltre le Alpi, al di là del confine francese, si arriva a Oyonnax, città sede del team di rugby a 15 giocatori Union sportive Oyonnax Rugby, di cui il cremasco David Odiase fa parte dall’estate 2022. In conclusione del suo secondo anno nel massimo campionato francese, lo abbiamo intervistato. Classe 2003, David ha scelto la palla ovale al calcio e per conoscerlo meglio partiamo proprio da qui.

Come mai questa scelta?
“Ho dedicato la mia adolescenza al calcio e al rugby: mi piacevano entrambi, ma conciliare la loro pratica non era affatto facile. La svolta in seconda superiore: alla fine dell’anno scolastico ho avuto la possibilità di entrare nel Centro di Formazione Under 18 di rugby a Milano: da quel momento ho scelto di concentrarmi solo sul rugby”.

Hai iniziato nel Crema Rugby Club. Per quanti anni hai calcato i campi del Cremasco?
“Ho vestito la casacca neroverde dall’età di 7\8 anni fino alla seconda superiore, dopodiché sono entrato nel Centro a Milano. Purtroppo, però, è arrivato il Covid, quindi non abbiamo concluso la stagione. A quel punto ho deciso di andare a giocare in una squadra seniores in provincia di Parma, a Colorno (Serie A Élite) per un anno, per poi trasferirmi in Francia nella stagione 2022\23. La scelta di cambiare Paese era dettata da tanti aspetti: volevo spezzare la monotonia cambiando stile di vita e al tempo stesso calarmi in una nuova esperienza sportiva”.

Quali differenze hai notato tra la realtà italiana e francese?
“Nei club di medio-alto livello in Francia è possibile frequentare centri in cui si studia nello stesso luogo ci si allena. Sono allestiti facendo sì che gli orari scolastici/universitari non intralcino gli allenamenti e viceversa: non è necessario dover fare rinunce. In Italia, ahimè, non è così, salvo alcune eccezioni. Il rugby nel Bel Paese non è ancora esploso in tutto il suo potenziale. Tuttavia, qualche risultato di spessore sta arrivando e la Nazionale italiana, oltre a essere diventata più competitiva, è anche più popolare. Il movimento sta crescendo”.

Come è la tua giornata tipo a Oyonnax?
“Lunedì e martedì sono i giorni più impegnativi: iniziamo alle 6. Dopo yoga andiamo al campo: ognuno ha la propria routine di attivazione. Si parte con le riunioni e il review delle partite, poi sessione di palestra per la parte bassa del corpo. Riproviamo gli schemi di gioco in modo tranquillo, ‘camminando’ con la palla, dopodiché palestra per la parte alta, e infine recupero in sauna o bagno freddo/caldo.
Martedì abbiamo doppio allenamento. Alla mattina riunioni di reparto, perché il rugby è diviso in base al ruolo in cui giochi (io sono una terza linea) e alla posizione che copri. Riguardiamo la partita precedente e cominciamo a preparare la successiva. Eseguiamo direttamente le touche (rimesse in gioco dalla linea laterale, ndr), poi pausa pranzo, allenamento collettivo e un po’ di skills in campo, con qualche mio compagno.
Negli altri giorni è programmata una sola seduta d’allenamento e per il resto della giornata si può studiare o dedicarsi a ciò che più piace. Il giovedì, siesta”.

Hai parlato di terza linea, il tuo ruolo. Che caratteristiche deve avere?
“Viene coperto da tre persone (ala, centro, ala); la caratteristica principale è quella di saper placcare. Fisicamente parlando, l’altezza non conta eccessivamente; è più importante essere aggressivi e avere l’attitudine al combattimento. Rispecchio queste caratteristiche in campo, al di fuori no: sono molto tranquillo”.

Qual è l’obiettivo per il prossimo anno?
“Sicuramente vorrei giocare più partite con la prima squadra, quest’anno ne ho disputate 4/5 se non sbaglio. È un buon risultato ma vorrei incrementare il numero”.

Il rugbista cremasco con la maglia della Nazionale