“Si tratta di un problema nazionale; la figura delle assistenti sociali è ormai scarsamente attrattiva e di difficilissimo reperimento. Per questo, a fronte della vittoria del concorso dell’Ats che ha portato la nostra assistente sociale Sara Maffi via dal nostro Comune, ci stiamo muovendo con Comunità Sociale Cremasca e con il suo direttore Davide Righi per trovare possibili soluzioni; inoltre si stanno considerando, a livello di Area Omogenea, soluzioni condivise tra Comuni tramite sottoscrizioni di convenzioni per garantire a tutti il giusto servizio”. Queste le parole dell’assessore al Welfare Pierangelo Forner di Offanengo a fronte dalla attuale riduzione da due a una delle assistenti sociali in forza al Comune (Paola Cantoni attualmente continua a essere in servizio).
“Inoltre, aggiunge Forner, non eliminiamo l’ipotesi di emanare, come Comune un bando per l’assunzione di una nuova assistente sociale, ma sono soluzioni che verranno valutate, naturalmente tutte con la dovuta celerità”.
Sempre meno laureati
In effetti la professione di assistente sociale, che necessita del relativo percorso universitario, è ormai scelta da un numero di studenti sempre inferiore, da qui la realtà che nei Comuni italiani mancano più di 3.000 assistenti sociali. Lo afferma un report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: “Il nostro Paese, nonostante la disponibilità di fondi, non riesce a raggiungere i Lep (livelli essenziali di prestazione) di assistenza sociale. Un tema cruciale anche per l’autonomia differenziata” si legge sul Report.
Lo studio ha analizzato il raggiungimento dell’obiettivo di avere un rapporto pari a un assistente sociale ogni 5.000 residenti. Quindi a Offanengo, paese con circa 6.000 abitanti, ne servirebbe più di uno, da qui l’attivazione immediata dell’amministrazione per trovare una soluzione a questo problema.
Situazione disomogenea
A livello italiano la situazione è molto disomogenea ed emerge una conclusione non sorprendente: mancano 3.216 assistenti sociali per raggiungere dappertutto questo livello essenziale di prestazione, nonostante siano state stanziate risorse economiche che sarebbero sufficienti a coprire le lacune.
Il percorso di autonomia differenziata avviato impone alle Regioni di muoversi con particolare attenzione ai Lep per evitare l’emersione di disuguaglianze, specialmente in ambito sociale.