8xmille. Ricengo: il piccolo oratorio di San Carlo al Castello riportato a nuovo in ogni sua parte

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Un recentissimo restauro conservativo eseguito in diocesi di Crema e diretto dall’arch. Magda Franzoni è quello dell’oratorio di S. Carlo al Castello, della parrocchia di Ricengo. Assieme a esso, anche la sistemazione dello spazio di pertinenza esterno, capace di valorizzare il contesto: un prato verde verso occidente e la piantumazione perimetrale di una siepe di Bosso (anche grazie al service del Lions Club Crema Host). Il vescovo Daniele Gianotti ha inaugurato il tutto sabato 25 maggio.

Un po’ di storia

L’oratorio di S. Carlo al Castello è sorto anticamente in un luogo naturalistico importante per la ricchezza delle acque del vicino fiume Serio. Gli abitanti della località, nel 1619, non potendo sentir la Messa nel periodo invernale, in quanto lontani dal paese, presero la decisione di costruire un oratorio a loro spese.
L’immobile fu costruito da maestranze locali, seguendo i principi dettati da San Carlo dopo la Controriforma del Concilio di Trento (1545-1563). “L’architettura riprende un linguaggio semplice – spiega l’arch. Franzoni – ancora manieristico, con una soluzione planimetrica tradizionale: navata con due campate, restringimento del presbiterio sopralzato di un gradino rispetto all’aula sacra”. L’interno della chiesetta è arricchito da decorazioni, che mettono in risalto la zona del presbiterio.
Le due campate della navata sono ornate lateralmente da quadrature separate da un arco con lesene laterali, sovrastate da una volta con due crociere e piccola specchiatura centrale. L’arcosolio del presbiterio valorizza la zona dell’altare e l’ancona con nicchia centinata in cui è conservata la statua di San Carlo. Oggi la decorazione interna è quella del pittore Giovanni Cerioli di Ombriano (1952).

I restauri del 2023 e del 2024

L’oratorio di San Carlo versava in gravissime condizioni di conservazione, con importanti problematiche, tutte risolte.
Lo scorso anno è stata restaurata l’intera parte esterna, compreso il piccolo campanile. Quest’anno è toccato alle decorazioni interne, tutte rimesse a nuovo. Il restauro conservativo ha beneficiato del contributo dell’8×1000 della Cei, di quello della Soprintendenza di Mantova e delle offerte dei fedeli.