I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Crema, al termine di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cremona, hanno sequestrato disponibilità finanziarie e beni immobili per un valore complessivo di circa 310.000 euro a una società operante nel settore dell’assemblaggio di materie plastiche con sede in provincia di Cremona.
3.400.000 euro di volume d’affari sconosciuto al Fisco
In particolare, l’attività investigativa scaturisce da una verifica fiscale eseguita dalle Fiamme Gialle al termine della quale è stato ricostruito il volume d’affari e il reddito realizzato dalla citata società che negli anni ha omesso la presentazione delle previste dichiarazioni fiscali. L’accertamento della reale dimensione economico-finanziaria della società ha consentito di quantificare la base imponibile sottratta a tassazione dalla società, tra gli anni 2017 e 2023, pari a circa 3.400.000 euro, l’ammontare delle imposte sui redditi evase pari a oltre 780.000 euro, nonché l’Iva dovuta e non versata pari a oltre 420.000 euro.
Sanzioni e denunce
Gli amministratori della società sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Cremona per l’ipotesi di reato di omessa dichiarazione. Inoltre, a margine delle attività di natura fiscale, è stato accertato, per i medesimi anni, l’impiego di 26 lavoratori ‘in nero’, per i quali non è stata riscontrata la preventiva comunicazione obbligatoria di instaurazione del rapporto di lavoro, ed è stata contestata una sanzione amministrativa dell’importo di 70.200 euro.
“L’attività di servizio – commentano dal Comando Provinciale della GdF – testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza, in stretta sinergia con la Procura della Repubblica, nel contrasto a tutte le forme di frode ed evasione fiscale, lesive degli interessi finanziari della collettività, garantendo, al contempo, il recupero dei proventi dell’evasione per restituirli a beneficio della collettività”.
“Il presente comunicato – viene aggiunto – è redatto nel rispetto degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito”.