25 Aprile: Crema onora i Caduti per la libertà e chiede la pace

Crema, poco fa, ha reso onore ai Caduti per la libertà in occasione del 25 Aprile. Lo ha fatto con la cerimonia di piazza Duomo, organizzata dal Comune in sinergia con il Comitato di promozione dei principi della Costituzione italiana presieduto da Iris Campostori e con l’Anpi del presidente Paolo Balzari. Tante le autorità civili, militari e religiose che hanno preso parte all’anniversario della Liberazione, tra le quali il sindaco Fabio Bergamaschi, il presidente della Provincia Mirko Signoroni, i due consiglieri regionali del territorio Matteo Piloni e Riccardo Vitari, diversi consiglieri comunali e rappresentanti della Giunta Bergamaschi. Numerosi anche i cittadini presenti, così come tante erano le bandiere della rappresentanze sindacali. Dopo la santa Messa in cattedrale, celebrata da don Emilio Lingiardi, la commemorazione al famedio con la deposizione della corona d’alloro sulle note della banda di Ombriano, che ha impreziosito la commemorazione.

Costituzione, testo eterno

“Il 25 Aprile rappresenta una delle date più importanti della Storia del Paese: l’Italia libera, l’Italia democratica, l’Italia nuova del riscatto etico, morale e sociale che derivò dalla Liberazione dal nazifascismo lo celebra come momento fondativo. Ne derivò la Costituzione repubblicana, esito della maestria di classi dirigenti tecnicamente capaci, ma soprattutto politicamente adulte, che seppero declinare in un testo durevole, ancora attuale e per certi versi eterno, quella sintesi di valori e di regole democratiche in cui potessero riconoscersi in pienezza sensibilità e visioni dell’uomo anche profondamente differenti, ma saldamente unite sui fondamentali. Ne conseguì, poi, una lunga stagione di diritti, di libertà e di prosperità economica e sociale che ancora oggi, nonostante diverse difficoltà, ci consente di godere di una buona rendita”, ha detto il sindaco  Bergamaschi nel suo discorso. Ne conseguì, insomma, solo del bene da quel tributo di sangue di uomini e di donne italiane sacrificatisi nella lotta partigiana al fianco degli alleati che prende il nome e la forma della Resistenza.

Festa parziale  

“Eppure c’è un ‘eppure’ che sinceramente mi tormenta, oggi, e che dovrebbe sollecitare chiunque non intenda vivere un momento celebrativo così solenne come un mero dovere istituzionale, con distacco e uno sbadiglio distratto, oppure al contrario con fervore ideologico e spirito di appropriazione: ogni anno, sempre di più, il 25 Aprile diventa una festa parziale. Una festa a cui manca qualcosa. Una musica in cui la nota stonata, sempre sgradevole, ma incapace di per sé di compromettere la melodia complessiva, si moltiplica in un frastuono cacofonico insopportabile e –  pensando alle giovani generazioni, cui dovremmo consegnare un testimone positivo – probabilmente anche incomprensibile”, ha proseguito il primo cittadino.
Bergamaschi ha parlato di una “festa mutilata da immancabili, spossanti polemiche; da divaricazioni; dalle ambiguità di persone democraticamente ascese ad alcune delle più alte cariche dello Stato, ma ancora prive della maturità istituzionale che imporrebbe incompatibilità tra il giuramento sulla Costituzione della Repubblica Italiana e l’incapacità di fatto di allontanare e, anzi, condannare, il passato fascista della propria appartenenza politica”.

Persone normali

Il sindaco ha, piuttosto, invitato a guardare le fotografie delle sfilate partigiane del 25 aprile del 1945 per ritrovare i volti sorridenti di persone festose, orgogliose di aver contribuito al riscatto della nazione verso quella libertà calpestata dal ventennio fascista e dall’atroce occupazione nazista. “Persone normali. Persone semplici. Persone di diversa estrazione sociale e vicinanza politica, accomunate dalla fede nei valori democratici di libertà e solidarietà. Non possiamo tradire quelle persone, i loro ideali e l’autentico spirito che deve animare ancora oggi questa ricorrenza”, ha concluso tra gli applausi.

Uniti nei valori

Parole forti anche da parte di Balzari. “A distanza di 79 anni dalla lotta di Liberazione sentiamo sempre viva la necessità di ritrovarci in piazza in questa giornata così importante; cittadini e cittadine antifascisti di diverse generazioni che si riconoscono difensori della memoria”. Balzari s’è soffermato sulla tragedia della guerra in medioriente, “una guerra che arreca ogni giorno massacri, violenza, fame, profughi, lutti e devastazioni di intere città. Oggi da tutte le piazze si deve levare un grido di pace, fermatevi, basta! Anche la piazza di Crema vuole la pace, il cessate il fuoco ovunque. Ogni sforzo politico e diplomatico sia orientato a ciò”, ha detto il presidente Anpi Crema. “Il 25 Aprile – ha proseguito – va ricordato, difeso, onorato ogni giorno, anche in un paese in cui oggi al Governo ci sono quelli che non si dichiarano antifascisti e fanno fatica a prendere completamente le distanze da quel dramma storico”.
Balzari ha rammentato l’indelebile sacrifico dei partigiani: “Siamo orgogliosi eredi di queste donne e questi uomini, madri e padri dei quali sentirci figli. L’antifascismo è stata la scelta che ha scolpito la Repubblica, scrivendo la Costituzione e restituendo umanità. Questa data deve unirci tutti, lottando sempre per il nostro futuro, senza rassegnarci di fronte alle ingiustizie, dobbiamo impegnarci in prima persona per un futuro migliore per tutti”.

Biciclettata

Nel pomeriggio tutto ruoterà intorno alla biciclettata Anpi In bici per la Resistenza che, dalle 15.30 da Largo Partigiani d’Italia, toccherà i luoghi dove sono collocate le cinque lapidi partigiane: saranno deposte corone d’alloro. All’Arci di San Bernardino la merenda. Il tutto si concluderà in piazza Duomo alle 18 con un concerto di canti della Resistenza offerto alla cittadinanza. Protagonisti i cori femminili le Stonote di Castelleone e le Arcinote di Spino d’Adda diretti da Miriam Gotti.