Pilastrello: scrigno di arte e fede presto in restauro

Una cinquantina di cremaschi, domenica 10 marzo, nel pomeriggio, hanno preso parte all’originale evento del Pilastrello di viale Europa, incontro organizzato da Luigi Dossena (universocrema.it) per celebrare questo luogo e lanciare il futuro progetto di restauro, a cura dell’architetto Magda Franzoni, presente all’appuntamento. Alle 16 l’introduzione del rettore del piccolo quanto grazioso santuario, don Luciano Taino, che ha lasciato poi spazio a musiche e canti medievali, fino alla spiegazione dell’intervento di riqualificazione, quantomai necessario. Un pilastro con l’immagine della Vergine è stato costruito nel 1294, a un chilometro circa da Porta Ombriano sulla strada che da Crema porta a Lodi. Non si sa quando, poi, fu edificato il santuario, a ogni modo piccolo scrigno di arte e fede.

Grandi ospiti

Puntuale alle 16, Nicole Bulgarini, giovane artista milanese, al pianoforte ha dato il la all’evento con il primo canto religioso. Parola, di seguito, a Ernesto Zaghen, che ha aperto il pomeriggio nelle vesti di gran cerimoniere, presentando il rettore del santuario. Don Taino ha brevemente e con commozione ringraziato i presenti, ricordando che questo santuario è “la casa degli ultimi che, però, saranno i primi a salire le scale del Paradiso”. Sebastiano Guerini ha introdotto l’architetto Franzoni, elencando le prestigiose chiese del territorio già passate dalle sue mani.

La storia e l’arte

Franzoni ha tracciato le linee generali del restauro, spiegando il corpus plurisecolare del ciclo d’affreschi (attribuiti al Barbelli o alla sua scuola), degli stucchi e della pala centrale, di straordinaria fattura. Gli esperti propendono per l’ipotesi che il primo pilastro non fosse che un punto di riferimento per le barche che solcavano la palude del Moso, le cui acque giungevano sin qui, successivamente sostituito dall’oratorio votivo. Oppure, che un vero e proprio pilastro era conservato in una chiesa due-trecentesca, poi rimpiazzato da un dipinto. La prima documentazione certa risale al 1295 e il dipinto ancora oggi esistente sarebbe sopravvissuto alle demolizioni del 1514. Infatti, dopo la battaglia di Agnadello, Crema fu per tre anni (1509-1512) occupata dai francesi. Pur essendo ritornata ai veneziani nel 1514, la città è rimasta sotto assedio da parte delle truppe di Massimiliano Sforza e dei soldati spagnoli e svizzeri alleati. In preparazione della difesa della città Renzo da Ceri ordinò che fossero rasi al suolo gli edifici esterni alle mura. Il Pilastrello venne ristrutturato o riedificato entro i primi decenni del Seicento.

Meteore e Ave Maria

Infine, Dossena ha brevemente raccontato la palingenesi del borgo di S. Sepolcro, ricordando che su questo tratto di strada, “in fila uno a fianco all’altro, vi erano il santuario del Pilastrello, la chiesa di S. Lorenzo (presso l’ex Talpa) e il monastero benedettino di S. Pietro, a Ombriano, dirimpetto al palazzo Rossi Martini”. Ha spiegato che “Teodolinda, regina dei Longobardi, passò per ben due volte con i suoi due mariti (Autari e Agilulfo), per quel tratto di strada. La prima volta nel 589, la seconda nel 603”, addentrandosi nella storia dei piccoli e antichi “porti” di Crema, citando persino “due meteore cadute nel nostro territorio. La prima nel 1491, mandata a Roma dal cardinal Ascanio Sforza, vescovo di Cremona. Questa meteora è stata d’ispirazione per Raffaello Sanzio, che ha dipinto il cielo di una delle sue celebri Madonne con una meteora. La fonte di questa informazione è il direttore dell’archivio diocesano di Crema, che mi ha fornito il documento che certifica il fatto”. Molto altro si è raccontato. La chiusura è stata commovente: la cantante Nicole ha intonato l’Ave Maria, incantando i presenti.