Election Day. Sì al terzo mandato per i sindaci

Il Consiglio dei ministri, giovedì sera, ha dato il via libera all’election day, ovvero urne aperte due giorni, 8 e 9 giugno, con l’accorpamento delle elezioni europee con quelle regionali (anche se non tutte hanno scelto questa opportunità) e quelle amministrative (3.700 i Comuni che in Italia saranno chiamati al voto per l’elezione del sindaco e del nuovo Consiglio comunale). La decisione tocca da vicino il nostro territorio non solo perché diversi sono i centri che saranno chiamati alle urne nel secondo weekend di giugno, ma anche perché il Decreto del Cdm porta con sé una novità, ovvero la modifica dei limiti per i mandati dei sindaci.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, lo ha confermato in conferenza stampa spiegando come per i paesi con meno di 5.000 abitanti non vi siano più limiti di mandato per i sindaci che possono essere rieletti più e più volte; per i Comuni con popolazione tra 5.000 e 15.000 residenti, invece, i primi cittadini potranno mettere in fila al massimo tre mandati.

Si aprono le riflessioni in diversi Comuni
Se da un lato il Decreto del Cdm mette il punto esclamativo su una data per altro già nell’aria, non creando particolari scossoni in diversi centri e nelle coalizioni che si stanno preparando a scendere in campo, dall’altro apre scenari del tutto nuovi. Già, perché l’opportunità di essere eletti per una terza volta potrebbe essere colta con favore da alcuni sindaci che, senza la nuova norma, non avrebbero più potuto ripresentarsi ai blocchi di partenza, se non correndo per la carica di consigliere comunale. È il caso di Pietro Fiori a Castelleone e Gianni Rossoni a Offanengo, per i centri più grandi, ma anche per Agostino Guerini Rocco a Campagnola Cremasca e Aldo Casorati a Casaletto Ceredano per portare due esempi.
Pare che, per quanto riguarda Fiori e Rossoni, la disponibilità a valutare una terza candidatura non manchi. Anche se, entrambi, confermano come dovrà essere il gruppo a decidere. Del resto i due primi cittadini sono stati capaci, negli anni, di formare politicamente bravi amministratori della cosa pubblica. Hanno fatto crescere le proprie squadre grazie alle rispettive esperienze. Team nei quali, in ogni caso, resteranno. Anche se pensarli dietro le quinte suona un po’ strano. Staremo a vedere.