Terremoto in Giappone. Cresce il numero delle vittime. Governo all’opera per salvare i superstiti nelle macerie

Giappone terremoto
EPA/FRANCK ROBICHON (Sir)

“La ricerca e il salvataggio delle persone colpite dal terremoto è una battaglia contro il tempo” ha affermato il Primo Ministro Fumio Kishida nel corso di una riunione d’emergenza tenutasi oggi, martedì 2 gennaio, per il sisma di magnitudo 7,6 che ha colpito la costa occidentale del Giappone a metà pomeriggio del primo giorno del 2024.
L’autorità di informazione geospaziale nipponica dalle prime analisi ha riscontrato lo spostamento della crosta terrestre provocata dal sisma nell’epicentro del terremoto e in alcune zone limitrofe. Quello più rilevante è stato pari ad 1,5 m verso ovest registrato in un’area della città di Wajima, proprio nella penisola di Noto, mentre le Prefetturedi Toyama e Niigata, hanno fatto rilevare il sollevamento di circa 20 cm ciascuna sul livello del mare.

Obiettivo: salvare le persone rimaste sotto le macerie. Lavoro non facile

Il numero delle vittime, salito alle 19.14 giapponesi (11.14 italiane) di martedì 2 gennaio a 48 nella sola Prefettura di Ishikawa, è purtroppo destinato a crescere di ora in ora e l’obiettivo prioritario del Governo è quello di salvare quanti sono rimasti sotto le macerie degli edifici crollati.
Molti residenti delle aree costiere colpite dal disastro sono fuggiti in zone più elevate per sfuggire all’iniziale allerta tsunami in seguito scongiurata, mentre le orde raggiungevano circa un metro di altezza lungo la costa occidentale del Paese, facendo temere il peggio.
Il Premier giapponese ha tempestivamente creato una task force interministeriale e ha mobilitato migliaia di uomini dell’esercito, dei Vigili del fuoco, della Polizia a livello nazionale ma i soccorritori hanno incontrato notevoli difficoltà per arrivare in particolare alla punta settentrionale della penisola di Noto, epicentro del sisma, nella Prefettura di Ishikawa, a causa delle strade distrutte mentre i rilevamenti aerei segnalavano incendi e danni diffusi a edifici e infrastrutture, con conseguente isolamento di molte aree.

Niente energia elettrica e acqua. Gli aiuti umanitari arrivano via mare

Voli cancellati in alcuni aeroporti della zona a causa di danni alle piste, traffico stradale e ferroviario interrotto.1.400 passeggeri di quattro treni Shinkansen della Compagnia JRWest bloccati nei vagoni da lunedì pomeriggio 1 gennaio fino alle 4 del mattino di martedì 2.
500 persone tra passeggeri e residenti nei pressi dell’aeroporto di Noto, i cui edifici hanno subito danni, sono stati evacuati nel parcheggio dell’aeroporto in autobus e pulmini divenuti i loro alloggi di emergenza.
Circa 33.000 abitazioni della Prefettura di Ishikawa sono rimaste al buio e l’interruzione dell’energia elettrica e dell’acqua oltre a provocare ulteriori disagi alla popolazione locale, sta creando notevoli problemi anche alle strutture sanitarie e ospedaliere impossibilitate a garantire la necessaria assistenza e ad eseguire interventi chirurgici. Rientrato per ora l’allarme tsunami, in attesa di definire i danni subiti dai porti, il governo ha deciso di fare arrivare gli aiuti umanitari alle zone terremotate via mare cercando di limitare i ritardi causati dalle interruzioni sulla rete stradale. Molti residenti della Prefettura evacuati organizzano all’aperto falò per difendersi dalla temperatura gelida scesa sotto zero.

Massima attenzione e rischio di altre scosse di forte intensità

Naoshi Hirata, professore emerito di sismologia all’Università di Tokyo e presidente del Comitato governativo per la ricerca sui terremoti, ha esortato i residenti le cui case sono state danneggiate a evacuare il prima possibile e coloro che vivono nelle zone costiere a rimanere vigili, poiché gli tsunami nel Mar del Giappone raggiungono rapidamente le coste dopo un grande terremoto.
Il rischio di altre scosse di tale intensità secondo il professore potrebbero verificarsi nell’arco della settimana in particolare nei prossimi tre o quattro giorni.