Un mix di continuità e innovazione per cogliere e accogliere le sfide che la sanità pone, al fine di garantire una più efficace e globale presa in carico. Si riassume in queste poche parole l’approccio del neo direttore generale di Asst Crema Alessandro Cominelli. Nel giorno del suo insediamento, avvenuto questa mattina, Cominelli, che succede a Ida Ramponi ora alla guida dell’Ats della Val Padana, ha subito voluto incontrare la stampa locale.
Classe 1981, si è laureato nel 2005 in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni internazionali presso l’Università Bocconi di Milano. Ha conseguito due Master, il primo a Parma in Management dei servizi sanitari e socio sanitari, il secondo a Pavia in Management Strategico e Leadership delle Organizzazioni Sanitarie. Ha fatto ingresso nel mondo del lavoro al controllo di gestione dell’ospedale di Crema. Si è poi spostato al servizio economico finanziario e in breve è divenuto direttore del Dipartimento amministrativo. Dal 2019 ha rivestito la carica di direttore amministrativo dell’Ats Val Padana, “un’esperienza importante, che mi ha consentito di implementare la mia cassetta degli attrezzi ora a disposizione della Asst di Crema”.
Tornare a Crema
Tornare a Crema da direttore generale “è un onore. Avverto l’importanza dell’opportunità che mi è stata data e la accolgo con lo spirito proattivo che mi contraddistingue. Sono anche felice di incontrare nuovamente il dottor Diego Maltagliati, mio primo dg, e porto con me gli insegnamenti di Luigi Ablondi con cui sono professionalmente cresciuto e al quale devo molto”.
In questi giorni è in atto il passaggio di consegne: “Ho avuto un colloquio molto produttivo e prezioso sia con Ida Ramponi che con la Direzione Strategica, che ringrazio per il prezioso lavoro sin qui svolto. Tanti sono i progetti approntati per il territorio che meritano di essere realizzati: dal potenziamento delle strutture della sanità territoriale alla riorganizzazione del Dipartimento di salute mentale. Il nuovo mandato prevede obiettivi correlati all’attuazione delle attività e dei progetti del PNRR, la messa a regime del CUP unico, l’attuazione delle attività previste nel Piano Integrato Socio Sanitario Lombardo, il contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni e l’attuazione delle indicazioni regionali per l’organizzazione del sistema di emergenza-urgenza e per il riordino delle reti clinico organizzative. Per il raggiungimento di questi obiettivi, dopo i primi 15 giorni di passaggio di consegne, nominerò una Direzione Strategica di persone competenti e di alto profilo”.
In visita al Pronto Soccorso e a tutti i reparti
Nelle sue prime ore a Crema, il direttore generale ha avuto modo di conoscere il personale, visitando alla mezzanotte del nuovo anno il Pronto Soccorso e tutti i reparti. “Ho voluto esserci, ho effettuato un primo giro di ricognizione, per valutare la situazione in Pronto Soccorso a fronte del picco di influenza, ma questa visita è stata soprattutto l’occasione per un saluto informale, l’occasione per scambiare gli auguri con il personale in servizio in ogni Unità operativa”.
Stesso spirito nel giro dei reparti effettuato questa mattina. “Oggi mi sono confrontato con la Direzione aziendale delle professioni sanitarie e la Direzione medica di presidio”. Accompagnato dal direttore Dapss Annamaria Bona e dal direttore medico di presidio, anche direttore sanitario facente funzioni, Gianluca Avanzi, ha poi incontrato direttori, coordinatori e operatori di tutti i reparti. Nei prossimi giorni farà tappa anche nei restanti presidi aziendali. “Ho voluto mostrare vicinanza al personale. Intendo valorizzare le competenze esistenti, ascoltare la loro esperienza, per fare insieme sempre meglio”.
Il senso di appartenenza
“So di essere in un territorio con un forte attaccamento al proprio ospedale, vissuto come un bene dei propri cittadini e con un radicato senso di appartenenza. Ed è in questa direzione, nel solco tracciato da chi mi ha preceduto, che dobbiamo lavorare”. Contro la carenza di risorse lo sforzo dovrà essere quello di rendere “il polo sanitario cremasco più attrattivo, anche investendo sulla formazione e su tecnologie in grado di motivare i giovani. Importante anche cogliere la sfida della digitalizzazione, sia per gli operatori, con strumenti e tecnologie al fine di migliorare il livello di qualità ed efficienza dei servizi, che per i cittadini, al fine di semplificare l’accesso e migliorare l’esperienza durante l’intero percorso di cura. Pensiamo, ad esempio, all’investimento in corso per la Cartella Clinica Informatizzata, all’automazione del farmaco, al cloud, al fascicolo sanitario e alla sperimentazione del CUP unico”.
I cantieri aperti
Tanti i cantieri aperti. “Dal punto di vista infrastrutturale i prossimi anni saranno quelli della Casa di Comunità, dell’Ospedale di Comunità, della COT, delle strutture per rendere la sanità più vicina, più a misura. Da Crema a Rivolta, dalle Case di comunità agli ospedali di comunità per un finanziamento complessivo per le strutture distrettuali che ammonta a 5.703.337 euro. Sarà poi nostro compito concludere quanto approntato dalla precedente direzione rispetto alla palazzina per la Riabilitazione psichica integrata che ospiterà la Comunità riabilitativa ad alta assistenza, il Centro diurno e il Centro psicosociale. In via Medaglie d’oro troveranno invece sede la Neuropsichiatria infantile e il Serd per un progetto che cuba complessivamente 7 milioni e 750 mila euro (4 milioni e 850 mila euro per nuova sede Cps, Centro diurno e CRA e 2 milioni 900 mila euro per la definitiva collocazione di SERD e NPIA). Di pochi giorni fa la notizia del finanziamento per la Riabilitazione delle dipendenze di Rivolta d’Adda (2 milioni e 715 mila euro per adeguamenti strutturali e impiantistici). L’obiettivo è quello di rispettare per ogni intervento il cronoprogramma al fine di poter mettere quanto prima queste strutture a disposizione del territorio”.
Tra le priorità anche quella di valorizzare l’approccio della Medicina di genere “per una presa in carico appropriata” e consolidare le relazioni con le associazioni e gli altri attori del Cremasco. Servirà anche fare rete con i Comuni e le strutture accreditate sotto la regia di Ats per assicurare continuità di cura in tempi ragionevoli.
Uno sguardo anche alla presa in carico di persone con fragilità e disabilità: “Servono percorsi strutturati, che facciano del lavoro di rete il caposaldo, sulla scorta di quanto approntato per persone con disturbi dello spettro autistico. Analogo discorso vale per le persone con demenza. Credo che lavorando sia coi Comuni sia con i gestori del territorio potremo attivare una filiera di servizi specifici e dare risposte a bisogni che ormai riguardano buona parte della popolazione anziana. Lo sforzo deve essere corale. Ché quella dell’inclusione, è una sfida che ci riguarda tutti da vicino: istituzioni sanitarie, Comuni, comunità e singoli”.