Uniti nel dono/6. I sacerdoti per gli anziani: parla don Lorenzo Vailati, cappellano in una Rsa

Uniti nel dono
Don Lorenzo Vailati

È don Lorenzo Vailati uno dei sacerdoti della diocesi di Crema dedicati agli anziani ospiti nelle diverse case di cura. È cappellano (dal 2018) della Residenza Sanitaria Assistenziale (Rsa) “Camillo Lucchi” della Fondazione Benefattori Cremaschi. Una struttura – in via Zurla a Crema – che si prende cura delle persone anziane con disabilità o non totalmente autosufficienti. Un luogo di accoglienza e cura dove trovano spazio assistenza sanitaria e sociosanitaria, attività di recupero funzionale e sociale.
Fra i tanti servizi, anche quello religioso, svolto appunto da don Lorenzo, classe 1943, già parroco in alcune comunità rurali della diocesi, Rovereto, Ripalta Arpina, Ricengo-Bottaiano.
Oggi vive intensamente la sua nuova esperienza.

Don Lorenzo, da sempre attento agli anziani

“La Rsa – ci dice – è un luogo dove i sacerdoti possono svolgere veramente un grande servizio. Un servizio pastorale agli anziani bellissimo. Personalmente mi sento molto realizzato, anche perché sono vicino alla loro età. Avevo questa attenzione già quand’ero in parrocchia. Andavo a trovare spesso i preti anziani, li ho sempre visitati e mi recavo sempre negli ospedali a incontrare i miei parrocchiani ricoverati per i quali avevo una particolare attenzione.”

Quanti sono gli ospiti della Rsa?

“200 quelli interni, 25 circa coloro che frequentano il diurno. Gli infermieri sono quattro. Quattro anche i medici presenti per l’intera giornata. Importante è il ruolo delle animatrici (quattro donne e un uomo) che sono presenti tutti i giorni, seguono due reparti ciascuna e passano da tutti i ricorverati, festeggiano i compleanni, mettono in video-chiamata coloro che hanno i parenti lontani.
Dopo il Covid che ha chiuso la struttura, oggi le visite dei parenti sono tornate a essere frequenti. La Rsa è aperta dalle 8 alle 20. C’è sempre comunque un certo gruppo di ospiti che sono soli, perché non hanno parenti o amici o nessuno viene a trovarli. Qui interveniamo noi, cappellano e volontari.”

E il servizio pastorale?

“Innanzitutto celebriamo la Messa ogni giorno in uno dei reparti. Durante il Covid non è stato più possibile accedere alla chiesa della struttura perché, essendo sotterranea, non aveva sufficiente aereazione: allora abbiamo cominciato a celebrare nei vari reparti, alle ore 16, e questo ci ha dato la possibiità di raggiungere molte più persone. Prima in cappella venivano 30/40 ospiti, adesso ne raggiungiamo circa 120. Inoltre, con la Quaresima scorsa, il gruppo delle animatrici mi ha chiesto di tenere un incontro religioso mensile anche al mattino, per dar la possibilità di partecipare anche a chi, il pomeriggio, viene portato a letto.
Gli ospiti hanno un forte senso religioso, essendo persone anziane che vengono dalle nostre tradizioni. Le esperienze spirituali sono quindi molto richieste e sentite. In Quaresima abbiamo celebrato la Via Crucis; dopo Pasqua la Via Lucis; in maggio il Rosario; in giugno l’adorazione eucaristica; in luglio abbiamo pregato san Pantaleone, patrono della diocesi; in settembre abbiamo celebrato le feste della Madonna; in ottobre s’è riflettuto sul tema delle Missioni; in novembre la Messa dei santi e dei morti.
Vi è poi la mia presenza di sacerdote: visito e parlo con le singole persone, confesso e celebro l’Unzione degli infermi per i singoli e l’11 febbraio (Giornata del malato) per tutti.
Infine, tutte le settimane distribuisco un foglio fotocopiato dove scrivo preghiere, riflessioni, la vita di un santo una preghiera per gli anziani, o anche delle favole, per far leggere qualcosa di simpatico.”

La Rsa apre le porte al territorio

Don Lorenzo ricorda infine le tante iniziative che la Fondazione Benefattori Cremaschi organizza, in settembre e ottobre, con il Comune e altre associazioni, per aprire le porte della Rsa a studenti, musicisti, sportivi e creare momenti di incontro.