Dovera. La storia dei Barni nei vecchi scontrini

Villa Barni a Roncadello di Dovera

La nobile famiglia dei conti Barni raccontata negli scontrini dei negozi di una Lodi ormai scomparsa. È il filo conduttore dell’incontro di stasera, sabato 9 settembre (ore 21), in programma nella maestosa villa a Roncadello di Dovera che i nobili possedevano; gli stessi che, nel 1672, acquistarono a Lodi il vetusto palazzo dei Vistarini, facendo innalzare al suo posto l’attuale omonimo edificio, uno dei più possenti della città. Successivamente a Roncadello disposero la costruzione della villa di campagna, una dimora altrettanto imponente. L’ultimo conte di Roncadello fu il generale Alberto Barni, che morì nel 1958 senza eredi e istituì l’ente morale Pia Casa Barni-Corrado di Roncadello, per la cura e la tutela dei beni della sua famiglia, le cui rendite avevano lo scopo di sostenere i bisognosi del paese.

Decine e decine di vecchi scontrini che raccontano una storia
Nei mesi scorsi il presidente della Fondazione Barni, Giovanni Galbiati, ha rinvenuto nel solaio della villa una grande quantità di antichi scontrini: ricevute di acquisto, storiche fatture, tutti su carta intestata, riferiti ad acquisti fatti nei negozi di Crema, Lodi, Milano e Cremona nei quali la famiglia Barni era solita fare tappa. Farmacie, librerie, fabbri ferrai, fioristi, pasticcerie, mercerie, drogherie. Ne ha pubblicati una parte su un volume di grande formato, a colori, di 212 pagine, intitolato La nobile famiglia dei conti Barni raccontata negli scontrini dei negozi di una Lodi ormai scomparsa, sottotitolo: Raccolta di alcuni scontrini originali raffiguranti arti e mestieri di oltre un secolo fa. Di estremo pregio la rifinitura con cui sono state realizzate le insegne e la cura dei dettagli di alcune iconografie. La pubblicazione sarà presentata stasera, 9 settembre, nel salone d’onore della Villa Barni a Roncadello. Illustrerà l’iniziativa Giovanni Galbiati, presidente della Fondazione Barni Corrado di Roncadello. Presenterà il libro il giornalista Ferruccio Pallavera, già tra l’altro direttore de Il Cittadino di Lodi.

Negozi che non esistono più
“A colpirmi – dichiara Galbiati – è stata, oltre alla grande quantità delle ricevute, la loro bellezza e lo stile. La stragrande maggioranza di quei negozi oggi non esiste più. Gli scontrini rappresentano uno spaccato della nostra società, quasi un secolo della storia del nostro territorio, dai negozi più alla portata di tutti a quelli di lusso. Da essi traspare la voglia di fare del proprio lavoro un mestiere che dava soddisfazione”.
I Barni non esitavano a sostenere anche l’economia locale. Tante le curiosità, e tra queste l’acquisto di 8 litri di vino, fatto alla fine dell’Ottocento alla Trattoria del Cavalleggero, con alloggio e stallo, condotta da Mansueto Cambiè – Dovera. La fattura era stampata in colore rosso scuro (il colore del vino) e recava in bella vista un fiasco sul quale ricadevano due grappoli d’uva. A testimonianza che anche in quegli anni la pubblicità era l’anima del commercio.