Beato Alfredo Cremonesi. La celebrazione nel 121° anniversario della nascita

Un momento della Messa presieduta dal Vescovo a Ripalta Guerina

Nel 121° anniversario della nascita del beato Alfredo Cremonesi, martedì 16 maggio la comunità diocesana s’è ritrovata per vivere un bel momento di ricordo e di preghiera. Una serata che è iniziata presso il cimitero di Montodine, dove sono sepolti i genitori del missionario martire – ucciso in Birmania nel 1953 – e che è proseguita e terminata a Ripalta Guerina, paese dove padre Alfredo è nato nel 1902. Tutto s’è svolto al meglio, nonostante un po’ di pioggia, grazie all’organizzazione del Centro Missionario Diocesano, diretto da Enrico Fantoni, e alla collaborazione delle due parrocchie.

Da Montodine a Ripalta Guerina

Un buon numero di persone si sono date appuntamento nel piazzale del cimitero montodinese: da qui s’è snodata la processione che, recitando il Rosario, ha percorso la ciclabile arrivando a Ripalta Guerina. Dopo una breve sosta davanti alla casa natale del Beato, con la preghiera nella cappellina a lui dedicata, tutti si sono ritrovati in chiesa per la santa Messa, animata dalla corale interparrocchiale diretta da Angelo Parati, con il maestro Mauro Bolzoni all’organo.
Ha presieduto la celebrazione il vescovo monsignor Daniele Gianotti, affiancato da diversi nostri sacerdoti: il parroco don Franco Crotti, don Elio Costi, don Pierluigi Mombelli, don Giuseppe Pagliari, don Federico Bragonzi, don Emilio Luppo, don Giorgio Zucchelli, don Francesco Ruini, don Andrea Rusconi e don Bruno Ginelli. Presenti anche i missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere (il Pime) padre Mario e padre Valerio.

Le parole del vescovo Daniele

Iniziando la Messa – aperta dall’Inno al beato padre Cremonesi intonato dalla corale – il vescovo Daniele ha rinnovato i ringraziamenti a papa Francesco che, lo scorso 15 aprile, ha ricevuto in udienza la nostra diocesi desiderosa di esprimergli sincera gratitudine per il dono della beatificazione di padre Cremonesi.
Dopo la liturgia della Parola, nell’omelia monsignor Gianotti – riprendendo il brano del Vangelo proclamato – ha fatto riferimento alla reazione dei discepoli di fronte al vuoto lasciato da Gesù: abituati alla sua presenza, rimangono paurosi e titubanti quando il Signore dice “è un bene che io me ne vada”, anticipando che il conseguente vuoto verrà riempito dallo Spirito Santo e dai suoi doni.
Quando qualcuno lascia un vuoto, ci sono dunque reazioni contrastanti. Così è stato per padre Cremonesi. “Una reazione negativa, ma comprensibilmente umana – ha detto il Vescovo – fu quella dei superiori del Seminario di Crema quando il giovane seminarista Alfredo chiese loro di poter entrare nel Pime, per seguire la vocazione missionaria. Reagirono in modo poco evangelico, anche deridendolo, mettendo in difficoltà pure i suoi genitori”.
Una reazione positiva, invece, è stata quella del futuro Beato quando, verso la fine della sua vita, chiede di lasciare l’esilio per tornare dai suoi cristiani a Donoku, rimasti senza pastore. “In una lettera – ha spiegato monsignor Gianotti – padre Alfredo dice di non aver paura di quel che potrà succedere, perché conta sulla fedeltà di Dio che avrebbe colmato l’eventuale vuoto da lui lasciato mandando qualcun altro, pieno di energie e di entusiasmo”. Da qui l’invito del Vescovo a tutti: “Non dobbiamo aver paura dei vuoti, perché sono quegli spazi dove opera lo Spirito del Risorto e dove Gesù continua a esser presente”.

Il monologo teatrale

Al termine della Messa s’è svolto il monologo teatrale Sui ruderi dell’amore, di e con Filippo Tampieri accompagnato in musica dalla violinista Cristiana Franco. Un emozionante momento nel quale sono state ripercorse le tappe salienti della vita di padre Cremonesi, anche attraverso i suoi scritti.