Capralba. Di Rauso, il ricordo di un sacrificio

Le autorità in procinto di deporre la corona da'alloro al munumento ai caduti

Momento denso di emozioni, sabato pomeriggio, alla commemorazione del 45° anniversario della morte del giovane brigadiere Gaetano Di Rauso, ferito mortalmente la mattina del 4 aprile 1978 da un bandito nel corso di un conflitto a fuoco scatenatosi a seguito della rapina alla locale Cassa Rurale e Artigiana.
La cerimonia s’è svolta alla presenza delle massime autorità militari del territorio – il capitano Giovani Meriano, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Crema, e una folta rappresentanza delle associazioni Carabinieri in congedo di Crema, Pandino, Rivolta d’Adda e Vailate – e civili: a fianco del sindaco di Capralba Damiano Cattaneo i suoi colleghi di Pianengo Roberto Barbaglio e Montodine Alessandro Pandini, la vicesindaco di Crema Cinzia Fontana, l’assessore Giuseppe Mazzini in rappresentanza del sindaco di Pieranica e il consigliere regionale Matteo Piloni.
Il corteo – dopo l’esecuzione dell’inno nazionale da parte della banda di Trescore Cremasco davanti al Municipio – ha raggiunto la sala “Mons. Angelo Paravisi” della locale Bcc Caravaggio e Cremasco dove il sindaco, sottolineata l’importanza di commemorare il sacrificio del ventisettenne brigadiere come “doveroso segno di riconoscimento a lui e all’Arma dei Carabinieri”, ha lasciato la parola al luogotenente Ezio D’Incà. Il quale, allora collega e amico di Di Rauso, nel ricordarne il carattere “empatico, generoso e scanzonato”, ha messo in risalto la sua innata vocazione a essere un carabiniere con una grande capacità di ascolto, una memoria fotografica eccezionale e una dedizione totale al servizio. Tratto che, in occasione dell’appostamento di quel 4 aprile 1978, lo ha portato a non sottrarsi al rischio, venendo colpito mortalmente da un proiettile calibro 38 special non corazzato.
Raggiunto poi il monumento ai Caduti – al centro proprio dello spazio allora teatro del luttuoso fatto criminoso – sulle note della Leggenda del Piave e l’esecuzione, sempre toccante, del Silenzio fuori ordinanza, è stata deposta la corona d’alloro e il luogotenente D’Incà ha letto la motivazione del conferimento, nel 1978, della medaglia d’argento al valore militare ai familiari da parte del Presidente della Repubblica.
Quindi il sindaco ha ribadito la necessità “di commemorare in forma solenne, a 45 anni dal tragico evento, il sacrificio di Gaetano Di Rauso, caduto nell’adempimento del proprio dovere a favore della legalità e della pubblica sicurezza”. E nel ricordare che la tragica vicenda è avvenuta nel periodo drammatico degli anni di piombo, in cui imperversava anche l’attività criminale organizzata, ha rimarcato come “a consentire di superare quel periodo buio della storia italiana sono state proprio figure quale quella di Gaetano Di Rauso e di molti altri servitori dello Stato, il cui senso del dovere, dedizione e coraggio hanno fatto in modo che la nazione abbia riaffermato i valori costituenti della nostra società”.
Sul valore del gesto del brigadiere Di Rauso, come di molti altri uomini delle forze dell’ordine, e sull’opportunità di additarlo a esempio alle giovani generazioni si è soffermato anche il presidente della Bcc Caravaggio e Cremasco, Giorgio Merigo, che s’è unito alla gratitudine espressa dal sindaco.
La cerimonia s’è quindi conclusa con la benedizione impartita dal parroco don Emanuele Barbieri.
A. Marazzi