Seconda domenica di Quaresima. Don Mario Botti commenta il Vangelo

Raffaello, La Trasfigurazione
Raffaello, La Trasfigurazione (tema del Vangelo di oggi)

Dal Vangelo secondo Matteo 17,1 – 9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Don Mario commenta il Vangelo

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte su un alto monte. Il cammino iniziato col Mercoledì delle ceneri prosegue con una salita, verso la contemplazione del volto glorioso del Signore Dio. Se la prima domenica di Quaresima ci aveva consegnato la parola vittoria proponendoci la figura di Gesù che tentato da satana, riusciva vincitore, questa seconda domenica ci offre di entrare nella nube luminosa, coperti dalla sua ombra. Nella nube Dio c’è.

La nube è una benedizione

Abituati ad abitare il nostro territorio cremasco, tanto bello, ma che riesce a privarci della luce del sole per molti giorni durante l’inverno, forse facciamo un po’ fatica ad accettare che una nube possa essere abitata dalla luce, cioè da qualcosa di positivo. Eppure la nube è una benedizione. Lo sperimentiamo di più in estate quando la nube che ci offre un po’ d’ombra rende più fresca e respirabile la strada che stiamo percorrendo.
Comunque fuori da queste metafore, Gesù ci fa salire, permette che alcuni o molti tratti della nostra vita siano in salita, ma ci accompagna con quella luce interiore e si manifesta in noi come luce senza tramonto, calore che asciuga le lacrime, forza interiore che ripaga la fiducia che riponiamo in Lui. Dice il Salmo: “Chi spera in Te Signore, non resterà deluso”.

La preghiera

Il cammino della Quaresima, e di ogni esperienza “quaresimale” che tocchi la nostra vita, è essenzialmente cammino pasquale. Forse è conosciuta, ma può far sempre bene leggerla di nuovo, la preghiera che recita così: “Ho chiesto a Dio la forza, e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte. Gli ho chiesto la saggezza e Dio mi ha dato problemi da risolvere. Gli ho chiesto la prosperità e Dio mi ha dato salute e intelligenza per lavorare. Gli ho chiesto il coraggio e Dio mi ha dato pericoli da superare. Gli ho chiesto l’Amore e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare. Gli ho chiesto favori e Dio mi ha dato opportunità. Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo ma tutto quello di cui avevo bisogno, anche senza che lo sapessi. La mia preghiera è stata ascoltata”.

Quando “cade il velo”

Cosa sarà accaduto nella esperienza della trasfigurazione? Non ci è dato di spiegarlo, intuiamo però che i momenti nei quali “cade il velo” e si intuiscono alcune verità di fede, sono frutto di un incontro personale e singolare con il Signore che ci prende con sé, in disparte. Tutti e tre gli evangelisti sinottici presentano il testo della trasfigurazione, ciascuno con un dettaglio particolare.
Scrive E. Bianchi: “Mentre l’evangelista Marco cerca di testimoniarci un’epifania di Dio in Gesù (cf. Mc 9,2-9), e Luca fornisce un’anticipazione della gloria della resurrezione (cf. Lc 9,28-36), Matteo vuole rivelarci come Dio stesso confermi la fede proclamata da Pietro (“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”: Mt 16,16). L’evangelista Matteo lega dunque la trasfigurazione alle solenni parole di Gesù ai discepoli: ‘Amen, io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno’ (Mt 16,28). Parole certamente oscure, ma che risuonavano come una promessa: alcuni tra i discepoli che lo ascoltavano, ancora durante la loro vita avrebbero visto il Figlio dell’uomo venire nella gloria del suo regno! Queste parole introducono il racconto della trasfigurazione, che appare come il loro compimento”.

Dio è affidabile, possiamo fidarci di Lui

Ecco mentre procede il cammino quaresimale anche con i tratti oscuri, del processo e della condanna di Gesù e accompagnati dai sentimenti oscuri della incomprensione, del rinnegamento e del tradimento, il mistero della trasfigurazione ci rende persuasi che la fedeltà di Dio nei confronti dell’uomo non verrà mai meno e noi possiamo fidarci di Lui! Lui è un Dio affidabile, perché mai viene meno alle sue promesse.
Leggiamo in 2Tim. 2,11-13 “Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Anche quando di fronte agli eventi della vita ci capitasse, e ci capita, di stramazzare a terra impauriti, come erano impauriti, fino ad essere “a terra” i tre discepoli, il Signore Gesù si avvicina e col tocco leggero e deciso della sua mano ci esorta ad alzarci, a stare in piedi, atteggiamento tipico del risorto, a non temere. Lasciamoci raggiungere dal tocco divino del Signore e accogliamo il suo augurio di non temere!

Ascoltatelo

Quindi con disponibilità ascoltiamo l’invito della voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”.
Ascoltare non è solo esercizio di udito, ma possiamo tradurlo con il verbo seguire. Lasciamoci prendere in disparte e seguiamolo nelle scelte quotidiane della nostra vita. Seguiamolo interrogandoci, nei giorni del terribile naufragio dei migranti nel Crotonese, come io posso essere una piccola luce per chi si sente sommerso da un “mare tempestoso”. E mentre contempliamo il Volto luminoso del Crocifisso, lodiamo il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia.

don Mario Botti