Essenzialità. Il diacono Benzi commenta il Vangelo di oggi, domenica 15 gennaio

Chiesa Cremasca
Il diacono Alessandro Benzi

Dal Vangelo secondo Giovanni 1, 29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Essenzialità

Giovanni Battista è testimone autentico e credibile e ci espone in pochissime parole il cuore della fede, ciò che conta più di tutto: “Ecco l’Agnello di Dio”… ossia non c’è niente di più importante e per cui valga la pena di investire la parte migliore di noi stessi se non in Gesù. E ci riporta a ciò che è essenziale, coerentemente con il suo stile di vita: nulla è più vitale, imprescindibile per noi, del Figlio di Dio.
È significativo che la Parola ci presenti il centro della nostra fede all’inizio del tempo ordinario dove siamo invitati a riprendere il passo frenetico di tutti i giorni dopo il periodo natalizio. Giovanni ci ricorda che siamo testimoni veri quando con umiltà accompagniamo all’incontro con Lui e con semplicità e chiarezza indichiamo il sentiero per una vita piena e ricca proprio come Dio l’ha pensata per ognuno di noi. Perché il rischio, in questa ripartenza, è quello di smarrirsi, di sciupare energie e risorse mettendo al centro noi stessi, o di dare un peso forse eccessivo alle nostre capacità, alla nostra organizzazione, alle nostre strutture, ai nostri numeri, perdendo di vista il traguardo più significativo… stare con Lui.

Gesù continua a venirci incontro instancabilmente

Gesù si fa incontro ad ogni uomo, e anche Giovanni lo vede camminare verso di lui in mezzo a tante altre persone, immerso tra gente carica di fatiche e di ferite; e si avvicina come è accaduto a Natale, piccolo come ognuno di noi, pellegrino nella polvere dei nostri sentieri; come un agnello, come un samaritano, come un pastore che non può e non vuole far paura a nessuno; che non si impone, ma si propone e domanda solo di essere accolto.
Gesù è “colui che toglie il peccato del mondo”.
Il verbo togliere è declinato al presente, per ricordarci che anche oggi Gesù continua a venirci incontro instancabilmente, senza sosta, giorno per giorno; continua a rimuovere il male nel cuore dell’uomo, il peccato profondo, la radice malata che inquina le nostre esistenze che rischiano di trasformarsi in vite spente e che fanno soffrire il mondo e il Suo cuore. E lo fa con uno stile nuovo, a volte incomprensibile e apparentemente da pazzi, che è quello della tenerezza, inaugurando un altro modo possibile di abitare la terra.

L’uomo, frammento dell’Amore divino

Tante volte mi dico che ce la posso fare da solo, che non ho bisogno di nessuno. Ma finisco sempre nell’inciampare e nel rovistare negli stessi meandri del cuore risolvendo poco o nulla. Mi accorgo, nonostante la cocciutaggine, che in fondo da solo non riesco a portare il peso della mia finitezza, delle mie fragilità, del male che mi porto dentro e che semino nelle mie giornate a danno di chi mi sta intorno.
Chi può abbracciarmi senza giudicare, accogliermi interamente per quello che sono e accarezzare con delicatezza le ferite che porto nel cuore? Solo Gesù, nessun altro può portare il mio peccato; ce lo dice Giovanni, ma, a guardare onestamente e con franchezza, ce lo rammenta la nostra stessa vita.
Gesù è venuto a dilatare la nostra esperienza di vita, ad accrescere e arricchire la nostra umanità; il peccato è, all’opposto, indebolimento del vivere, rimpicciolimento dell’esistenza. Siamo invitati ad essere frammento di questo Amore divino: braccia aperte donate da Dio al mondo per testimoniare che ogni creatura sotto il sole è amata teneramente dal nostro Dio che non ha paura di “perdersi” dietro una pecora smarrita, un bambino, un’adultera, perché Lui è agnello mite e forte, pieno di Spirito Santo, che dona sé stesso senza tornaconti e che ha a cuore solo la nostra gioia.

Alessandro Benzi
Diacono