Montodine. Un allestimento per dire basta alla violenza sulle donne

Le consigliere di maggioranza e minoranza del Consiglio comunale di Montodine hanno promosso, in occasione della giornata del 25 novembre proclamata dall’Onu “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, un evento utile a favorire la riflessione: è stata allestita, nella piazza principale del paese, sul sagrato della chiesa parrocchiale, un’installazione per ricordare e commemorare tutte le donne uccise.

Un crimine che aumenta di anno in anno

“Una, panchina vuota…una sedia vuota… ma è sempre un ‘posto occupato’, segno del posto che una donna occupava nella propria vita e che ha lasciato vuoto perché vittima di violenza”.
Sono oltre 90 le donne uccise quest’anno nel nostro Paese per mano di un marito o ex partner. “Quando si parla di femminicidio – rilevano le consigliere montodinesi – si intende l’omicidio di una donna in quando donna. Questo crimine non diminuisce, anzi, aumenta di anno in anno; eccidi che si perpetrano in famiglia e, nella maggior parte dei casi, l’omicida è il coniuge, il fidanzato, il compagno, l’amante: possiamo dire stragi annunciate”.
Si tratta, fanno ancora notare, di situazioni di pericolo “spesso segnalate con denunce da parte delle stesse donne maltrattate, casi di violenze conosciuti da familiari, amici, vicini di casa, ma purtroppo ignorate: ci fanno pensare che ci sia una sottovalutazione della violenza intrafamiliare”.
Infatti, aggiungono le esponenti femminili dell’amministrazione comunale montodinese, “la donna a volte viene giudicata colpevole o addirittura causa della violenza stessa: la ragione di questo è la cultura patriarcale in cui ancora viviamo che mette la donna in quanto ‘Donna’ in una posizione di subordinazione rispetto all’uomo sia all’interno della stessa famiglia sia nella società, determinando rapporti di potere disuguali”.

“Occorre un profondo cambiamento”

Per affrontare questo fenomeno “occorre un profondo cambiamento culturale che riconosca la dimensione della violenza di genere e la disparità di potere tra uomini e donne nel lavoro, in famiglia, in politica e nella stessa società. Pertanto, bisogna partire dal sistema educativo scolastico, educare all’affettività e agli stereotipi di genere; per scandire ruoli atavici è necessario formare operatori sociali, scolastici, socio sanitari, forze dell’ordine, amministratori…”.
Diceva Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite: “La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani”.